Il CIR riparte da Senigallia per un round a tutta terra, il primo di questa stagione dopo tre gare tutte sull’asfalto. Tutti a caccia di Andreucci, che questa volta potrebbe pagare dazio per le gomme limitate nel numero (solo 12), ma anche nella performance vista la scelta di Basso di partire in Michelin.
Se al Liburna la prima gara del TRT il fatto di disporre di solo 6 gomme, in una gara composta da una boucle da percorrere tre volte, aveva sollevato a causa forature qualche malcontento. Qualche polemica velata nell’aria c’è, ma in realtà stiamo di parlando di una gara con due tappe che non arrivano a sessanta chilometri. Ovvero una gara da due treni di gomme, con un terzo treno a disposizione per mettersi al riparo da forature a raffica, ed eventualmente giocare anche qualche jolly. In passato qualche problema di durata c’è stato, nella guerra dei millimetri rimasti, ma la realtà è quella su queste distanze di pneumatici in grado di garantire performance, sicurezza e durata. Il resto è un gap quasi psicologico, quello che se c’è un parco è logico cambiare le gomme, ma più che di evoluzioni e prestazioni si può parlare di strategie commerciali. Sugli sterrati Marchigiani Andreucci tenterà la fuga, ma in realtà potrebbe essere Basso a mettere a segno la stoccata della riscossa. Macchina a benzina, a gasarsi questo giro sarà Campedelli, gomme Michelin teoricamente la migliore proposta del mercato per tentare di mettere alle corde la Peugeot 208 T16 del campione Italiano.