I TEMPI DEI REGOLAMENTI

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Manca la ratifica del consiglio Fia ma la commissione dopo discussioni e battibecchi è finalmente riuscita a deliberare sull’assurda regola di partenza, ma con il ritiro della VW quella che è stata una giusta decisione ora sembra un contentino dato ad Ogier che più di tutti si è battuto per cambiare la regola.

Dopo un anno di battaglie, per Ogier in realtà due anni visto che si era schierato contro sin da subito. Finalmente è arrivato il dietrofront della commissione rally che dal 2017 ridurrà ad una sola tappa l’obbligo di partire per primo e quindi pulire la strada, per il leader del mondiale. Una decisione saggia che va nel senso dell’equità sportiva, certamente al leader del mondiale resta una frazione a tutto svantaggio ma si tratta di un gap che tutto sommato ci può stare, come le zavorre oppure gli ordini di partenza invertiti in alcuni campionati. Una scelta che però arriva in un momento particolare, quello del ritiro di Volkswagen, ed a qualcuno può sembrare una concessione ad persona per non perdere il top driver del momento. In realtà questa decisione non influenza assolutamente Ogier, che in questo momento non ha nessun idea di gettare la spugna, convinto e più che mai deciso a dimostrare che è lui il numero 1 con o senza Volkswagen. Ma certo non è una carta alla credibilità di certi organi e dei loro rappresentanti, come il Finnico Mahonen che pur sapendo che la norma avrebbe avuto vita breve in più di un occasione ha attaccato Ogier per i suoi sfoghi. Tra le nuove regole passa quasi inosservata la proposta che porterà i punti della power stage da tre a cinque (1°-5; 2°-4; 3°-3; 4°-2; 5°-1), che invece potrebbe essere il preludio ad assecondare le tendenze del momento, ovvero premiare maggiormente le singole performance. Una filosofia che poco piace ai puristi, ma in realtà sta diventando una necessità per combattere la noia che generano certe gare i cui esiti si decidono subito.    

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