Alla fine della prima boucle del venerdì ad un controllo del vestiario ignifugo Toto Riolo e Danilo Ameglio sono stati pescati senza il pantalone sottotuta ignifugo, una leggerezza che comporta pene pesanti e la squalifica è stata immediata.
Qualche strascico polemico l’esclusione dei due forti driver l’ha provocato, ma indipendentemente dai pro o i contro c’è una regola sulla sicurezza (si quella a cui tutti si appellano quando c’è da dare contro a questo o quello, volgarmente sintetizzabile in “spalare m..”) che non è stata rispettata ed anche deliberatamente. Con questo ben lungi dal puntare il dito, perché per affinità di età (di chi scrive) la loro mancanza è comprensibile, giustificabile questo no perché altrimenti si potrebbe fare a meno di scrivere i regolamenti giusti o meno che questi possano essere. Riolo nel tentativo di ripartire ha presentato ricorso, ma valutato pro e contro ha preferito non rischiare di andare contro ad un giudizio di appello ancora più pesante. In molti si sono levati sugli scudi parlando di una pena troppo dura, invocando la solita ammenda, ma a nostro modesto parere le ammende andrebbero comminate solamente a piloti professionisti oppure case, per il resto solo penalità sportive. Dure o meno che siano almeno non danno adito a discussioni da bar su chi intasca. Un brutto colpo per i tanti appassionati del ponente ligure, che non hanno potuto godere dei passaggi ad alto tasso di spettacolarità di Danilo Ameglio. Il pilota di Imperia con la vecchietta (Peugeot 106) si stava battendo per il per il primato tra le due ruote motrici, dimostrando la stessa grinta e velocità degli anni in cui impressionava nei trofei monomarca.