RALLY ARGENTINO AD ARCELUZ

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Prima del via non sono mancate le critiche, in alcuni casi anche feroci, per lo striminzito elenco iscritti Argentino, ma la realtà Argentina è ben viva ed ha mandato in coda alla gara WRC (circa metà delle speciali) una prova del campionato nazionale con un ottantina di vetture.

Qualitativamente la gara Argentina ha regalato emozioni uniche, mentre dal punto di vista quantitativo come molte delle prove oltreoceano non ha brillato per presenze, anche perché tra i challenge support il WRC3 è indirizzato (o se vogliamo frequentato) ai giovani del vecchio continente, ed il WRC2 per  lontananza ma sopratutto per la durezza del percorso viene evitato come la peste. Ma in coda al primo giro del mattino della gara iridata è andata in scena una delle tappe del campionato Argentino rally. La bellezza di ottanta vetture, termometro di un campionato decisamente in salute, con una certa qualità di partecipanti visti i nomi di alcuni dei pretendenti Vilagra, Ligato, Nalbandian ecc.. Una discrepanza che sta mettendo in evidenza uno dei problemi di molti campionati importanti a cominciare dal WRC, con costi decisamente elevati che pesano su molti budget ma come potrebbe essere altrimenti visti i costi degli impianti di certe gare, in particolare sulla sicurezza. Ma c’è anche una realtà legata ai chilometraggi ed alle vetture, infatti nonostante una gara dimezzata con i concorrenti del rally Argentino che sono andati sempre in coda al passaggio della mattina a tagliare il traguardo sono state appena 31 vetture. Al comando ci sono stati Vilagra, D’Agostino, Ligato, Preto, Diaz, ma alla fine a spuntarla è stata la tradizionalissima e solida Mitsu Evo X di Arceluz. A questo punto sorge spontanea la domanda ma se avessero disputato l’intera gara in quanti sarebbero arrivati, troppo spesso si parla del passato con nostalgia quasi a volere ritornare indietro, ma i rally sono cambiati ma anche il mondo che ci circonda e non è guardando solo al passato che si possono avere risposte.

CLASSIFICA

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