SE CI SEI BATTI UN COLPO

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A Versailles prima dell’Australia Matton si è sbilanciato a chiedere pubblicamente un acuto ai due giovani dello “chevron”. Una richiesta che ha lasciato perplessi molti addetti ai lavori, per non parlare degli appassionati. Effetti che si sono visti nel finale con il doppio colpo delle rosse in apertura dell’ultima tappa.

La richiesta di Matton a Breen e Lefebvre di provare ad alzare il ritmo in sulle speciali Australiane è sembrata un invito al harakiri. Visti i segnali di ripresa della rosse il fatto che in Australia nessuno si giocasse niente, non era certo sufficiente a dare una logica a questa richiesta in una gara difficilissima e piena di trabocchetti dove Stephane e Craig avevano ben poca esperienza. I due nelle fasi iniziali qualcosa lo hanno fatto vedere, forse anche qualcosa in più di quanto ci si poteva attendere Lefebvre con qualche lampo (secondo sui 26 chilometri di Sherwood). Mentre Breen con una presenza costante nella top five degli scratch di stage, è riuscito a presentarsi al via dell’ultima frazione in quarta posizione assoluta. Ma con la pioggia e le condizione subito critiche, sopratutto per Breen sarebbe stato utile adottare una condotta più attenta e portare a casa un risultato bello consistente. Davanti oppure dietro a Paddon. Invece prima Lefebvre tocca pesante la sua C3 esce dalla prima speciale ma non entra in quella seguente. Breen invece sulla Bucca 16 conclude la sua gara con un paio di avvitamenti. Così l’unico a vedere il traguardo con le rosse è Meeke, settimo, ma con un bel più 22′ rimediati nella seconda tappa (effetto rally2). Sentirlo poi recitare l’atto di dolore un pò di amaro in bocca lo lascia, perché tutto sommato così male non era andato, un paio di sbavature che gli avevano fatto perdere il treno di testa, ma tutto sommato anche l’errore che l’ha obbligato al ritiro era cosa ben lontana dai disastri alla Meeke. Il Britannico per noi resta uno dei più forti top driver del lotto, ma non certo quello che in Citroen per bocca della Jackson vendono come un campione del mondo. A Kriss le gare sulla terra come Australia o Galles dove si scivola molto, con continui cambi di aderenza non vanno proprio giù, lui ha bisogno di sterrati da attaccare con rabbia come quelli di Terragona, Sardegna o Portogallo. Fedele al copione di casa Citroen che oggi vuole esaltare il solo successo Iberico (quello del rilancio), ha parlato del Messico come un successo a metà per quell’uscita. Altre parole che fanno arrabbiare, perché con una vettura nervosa come allora, il successo sugli altopiani Messicani è stato un capolavoro, che la divagazione sulla power stage non può certo sminuire.    

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