Il Var ha regalato un altra edizione memorabile con il solito pienone di stelle, ma alla fine l’unica a brillare veramente è stata quella di un Loeb tradito dal suo motore nell’arrembaggio finale alla Fiesta WRC di Salanon, che a Sainte Maxime festeggia un successo sudatissimo.
Molti dei protagonisti, o meglio delle stelle del Var, sono partiti con ambizioni non troppo bellicose, chi è partito con un solo obbiettivo, fare saltare la ruota del casinò di Sainte Maxime era proprio sua maestà Loeb. Un rally affrontato con una voglia di vincere sicuramente superiore a tutti i suoi avversari, determinatissimo da primo metro di gara. Purtroppo a tradirlo è stato un motore al quale nel finale è stato chiesto l’impossibile, ed una fumata azzurra lo ha obbligato ad arrendersi dopo un impressionante scratch a Plan de la Tour che lo aveva riportato a soli 4″.9 dalla testa della gara, mettendo alle corde un Salanon che in un sol colpo ha visto sbriciolarsi una bella fetta del suo vantaggio. In realtà a tradire Loeb nel finale della seconda tappa è stata la speciale di Pignans, con la sua salita ma sopratutto l’umido e sconnesso che sono costate a Loeb la leadership ma sopratutto la bellezza di 16″. Vuoi le sospensioni più performanti di WRC e R5, oppure una scelta di gomme non ideale visto il peso light della 306 Maxi. Uno scivolone che ha permesso a un Salanon autore di un bel crescendo di strappare la leadership dalle mani dell’Alsaziano. Con Arzeno primo leader della gara uscito di strada ad inizio della seconda frazione, l’unico a restare in lizza per la volata finale oltre a Salanon e Loeb è Silvayn Michel il campione uscente, autore di una gara sempre al gancio con qualche sbavatura, ma senza mai mollare la lotta per il podio. Con Loeb fuori Salanon sa di avere la gara in pugno e negli ultimi chilometri si limita a marcare Michel che chiude al secondo posto, ad una ventina di secondi dal leader. Gradino basso del podio per Yohan Rossel all’esordio sula Hyundai i20, che approfitta dell’uscita di Margaillan, ma il suo ritardo dai primi è comunque di quelli pesantucci.
