Al Montecarlo il timoniere del gruppo PSA Carlos Tavares si è presentato sul campo gara, una presenza pesante che fa ben sperare per il futuro di Citroen, nonostante alcuni segnali e scelte discutibili il gruppo Francese resta tra i pochi a pensare al motorsport come mezzo importante per veicolare la propria immagine di costruttore.
Dopo lo scorso anno prima con i test di Loeb e poi con l’imput ad andare a caccia di Ogier, l’intromissione di Carlos Tavares aveva fatto pensare ad un netto cambio di rotta, ma poi tutto è naufragato la palla è passata nuovamente in mano alla gestione British dello “chevron”. Ed i segnali sono diventati più che preoccupanti, con una squadra che ha deciso di giocare a sole due punte per buona parte del campionato, un ipotetico taglio di budget, la partenza di Matton verso la Fia con al suo posto l’ingresso di Budar (uomo Citroen ma non così di peso come richiederebbe la situazione). Eppure una giornata per il Montecarlo Carlos Tavares è riuscito a ritagliarsela, cosa che in passato si era vista raramente, con solo toccate e fuga legate a presentazioni o conferenza stampa particolari. Un segnale di forte interesse, perché F1 a parte i sommi capi dei grandi gruppi non si scomodano per il motorsport, è quindi evidente che da parte dei vertici non c’è certo l’intenzione di stare alla finestra e se la stagione va male si chiude baracca e burattini. In quel caso Tavares non si sarebbe certo scomodato per venire sino a Gap. Senza troppi giri di parole ha ribadito che la presenza di Citroen rispetterà il quadriennio previsto. Un pò di contraddizioni emergono però quando si tocca l’elemento piloti, la direzione tracciata se vogliamo è chiara un 2018 focalizzato a sviluppare la vettura e chiudere il gap con gli avversari, solo dopo si penserà a mettere in campo una formazione di peso. Ed è qui che le idee si fanno più confuse, perché con le cavallerie delle WRC+ sullo sviluppo finale incidono in maniera importante anche i piloti. Ed oltre all’aspetto tecnico sul quale non è semplice disquisire sul potenziale di Meeke, il Britannico di sicuro non ha il peso ed il carisma per prendere le redini di uno staff tecnico competente quanto slegato, l’impressione è che ognuno vada avanti per la sua strada senza ascoltare gli altri. E’ evidente che tra crisi e caso Opel i budget piangono, quindi sono impensabili quelli di Vw, ma anche quelli degli ultimi anni dell’era Loeb. Vera anche la considerazione di Tavares che Wilson ha sviluppato l’auto campione costruttori e piloti con un budget inferiore al loro. Ma qui la matematica pesa sino a un certo punto, Ogier più che sviluppare un progetto di base buono ha saputo, a costo di rendersi antipatico, cambiare mentalità e modus operandi di una squadra. Il resto lo ha fatto la concorrenza che ha perso due campionati già vinti.