Come molti giovani buttati nella mischia del WRC, Breen aveva dimostrato di saperci fare nonostante la poca esperienza in più di un occasione si è intravisto del potenziale ma sulle strade di Svezia il brutto anatroccolo è diventato un cigno.
Il primo passo forse quello più difficile è entrare nella classe regina del WRC, in qualche caso qualcuno è stato messo alla prova giocandosi la gara della vita, altri sono arrivati dalla lunga trafila delle filiere, ed oramai da qualche tempo è consuetudine farlo sempre più spesso con la valigia. L’Irlandese ci è arrivato dopo anni di gavetta nella filiera del gruppo PSA, entrando con Lefebvre in una formazione se vogliamo a trazione giovane, ma sopratutto a basso costo. Mentre il Francese lo scorso anno è sembrato quasi sempre in affanno Breen nonostante una conoscenza delle strade del mondiale ridottissima in più di un occasione si è fatto notare. Nessun lampo o performance monstre, ma un progresso costante ed in più di un occasione risultati che rivelavano le potenzialità di un ottima seconda guida. Ed è quello che sino al ritorno al parco chiuso del venerdì sera ha fatto vedere sulle strade del Varmland, bravissimo come il suo compagno di squadra Ostberg a sfruttare una posizione di partenza estremamente favorevole. Come da manuale di un ottima seconda guida, un brutto anatroccolo che poi così brutto non è. Ma dal sabato nella sua mente è scattato quel click dei grandi top driver, quando occorre spegnere il cervello e dare di più, ma che potremmo anche chiamare “consapevolezza”, quella di crederci veramente. Così di colpo, nel giro di una notte, Craig si trasformato in un cigno. Così mentre il manipolo dei magnifici cinque si disgregava, ed i distacchi cominciavano a dilatarsi lui è salito in cattedra ed è andato addirittura in scia a Neuville. Il sorpasso forse era impossibile visto che il binomio tra la Coreana ed il Belga quando andava a tutta era davvero imbattibile, ma lui ci ha provato sino alla fine, l’unico a dimostrare di avere nel piede il passo di Neuville senza sembrare in affanno. Ma sopratutto senza commettere errore alcuno, quasi avesse ancora un sottile filo di margine. Una consapevolezza che potrebbe essere il primo passo verso la conquista dello status di top driver. Ora però dovrebbe fare un passo anche Citroen, almeno per il Tour a cercare di ributtare dentro la formazione Craig e non tenerlo al palo sino in Argentina.