Lo Svezia con il suo ordine di partenza ha messo le prime tre vetture sulle strada letteralmente in ginocchio, condizioni peggiorate nella replica pomeridiana con il passaggio delle vetture storiche, così dopo che per anni Ogier si è lamentato, ora è scoppiato un caso che fa discutere ed in molti stanno chiedendo la revisione di una regola assurda a stretto giro di posta.
Questa volta Mahonen uno dei fautori degli ordini di partenza blindati nelle prime tappe, sarebbe finito sul banco degli accusati senza diritto di patteggiare. Se Ogier e Wilson che dazio hanno imparato a pagarlo masticando amaro dall’anno scorso, Makinen con un Toyota rivista ed in forma smagliante ha visto i suoi due capitani spazzati via dalle posizioni importanti della classifica senza diritto di appello. Ed anche Hyundai che ha mire importanti, anche se in Svezia ha beneficiato della start list, dal Messico potrebbe pagare dazio visto che sarà Neuville a spazzare la strada. L’idea è quella di ritornare alla Qualifying stage come nel 2012 e 2013, sistema poi abbandonato per una versione ancora più penalizzante dell’attuale, studiata non per una questione di equità ma semplicemente per arginare lo strapotere delle Polo di mamma Volkswagen. I paradossi di questo Svezia hanno finalmente smosso le acque, anche se una bella mano a farli notare l’ha data Ogier, che per anni si è lamentato, sentendosi dare del piagnone, Questa volta non ha proferito parola, ma con il colpo finale dove pagando al controllo orario è andato a prendersi una posizione di partenza più favorevole, che gli ha fruttato 4 punti, ha moltiplicato gli echi dell’affair al quadrato. Una mossa tattica come tante, che è andata a sfruttare le pieghe del regolamento, ma che ha sollevato un mezzo vespaio sul politicamente corretto e sulla sportività. Qualcuno forse avrebbe voluto prendere posizione, ma il boomerang del venerdì era di ritorno dritto sui denti e nessuno ha potuto dire qualcosa senza passare da accusatore ad accusato. Così la nuova riforma, potrebbe subire un accelerazione importante. Sul banco degli accusati anche la presenza tra un passaggio e l’altro del WRC della gara storica, che con le loro ruote strette hanno scavato profondamente le linee amplificando il disagio della start list nel secondo passaggio.