Questa settimana il WRC ritorna in sud America per la sfida Argentina una gara dove è davvero difficile fare pronostici e molto dipenderà dalle prove di venerdì a Santa Rosa, dove resta da capire quanto influirà la posizione di partenza.
L’anno passato a decidere la gara Argentina fu una volata al cardiopalma tra Neuville ed Evans, ed il Belga riuscì ad avere la meglio per una manciata di decimi, ma le anomalie furono troppe e fare tattiche o previsioni ragionando sui dati in possesso è impossibile. A decidere la gara almeno per un buon 80 / 90 per cento sarà la prima tappa di Santa Rosa. I cambiamenti non mancano ma il fondo delle speciali sempre quello è piatto e veloce, sul genere baltico scandinavo, dove incognita pioggia permettendo la differenza tra chi partirà per primo e quelli dietro potrebbe essere davvero sensibile. L’anno scorso i primi 150 chilometri videro i primi tre lasciare sulla strada una minutata, ma allora c’era di mezzo la variabile D-Mack, una bella mezza minutata in più di gomme. Mentre chi partiva dietro con le scarpe di Clermonth (Meeke e Sordo) fecero subito hara-kiri traditi dal passo spinto della coppia Evans-D-Mack. Quest’anno però nel plotone delle retrovie i pretendenti sono tanti oltre ad Evans, Sordo e Meeke ci sono anche Latvala, Lappi e Breen che su queste strade l’anno passato ci ha già corso, e quindi non è poi così digiuno. La differenza potrebbe essere sul mezzo minuto ed a differenza di un anno fa è difficile immaginare si ripeta una frazione iniziale con suicidio di massa. Quindi l’operazione ribaltone che riuscì a Neuville potrebbe essere ben più complessa, con avversari meno conservativi dell’Evans di un anno fa. Ed è a quel punto che la gara potrebbe diventare un duello all’arma bianca, con i contorni della gara ad eliminazione su un terreno che il sabato diventa ben più duro e impegnativo. Ed a differenza dei bookmaker è difficile condividere il ruolo di favoritissimi dati a Neuville e Tanak che nella prima giornata partiranno subito dietro ad Ogier quindi pagando il loro bel tributo. Quest’anno però c’è un punto interrogativo in più i 22 chilometri di Giulio Cesare Mina Clavero che vedranno invertirsi partenza ed arrivo. In linea teorica con poca differenza visto l’equilibrio attuale tra le vetture, prova scassa macchine fatta di pietroni e sassi ovunque. In realtà in questo senso si può scendere al limite oppure alla Colin, e la differenza è tanta, maledettamente tanta. Una carta che forse solo il cinque volte campione del mondo ha nel suo piede nel caso decida di non guardare al campionato ma di farlo letteralmente saltare.