Il pilota Svedese recuperato qualche anno fa dalla Skoda quando decise di puntare al WRC2 perché giovane e con esperienza delle strade mondiali, lo scorso anno ha vinto ma non ha convinto chi di dovere, ed oggi in molti rivendicano per lui un sedile ufficiale ma come la bella Maria nessuno..
Il WRC2 che tiene banco come serie cadetta oramai da 5 anni, ed ha alle sue spalle una storia partita in parallelo al Production come SWRC nel 2010, ma dopo il passaggio di Lappi al volante ufficiale Toyota in molti facendo uno più uno hanno cominciato a considerare automatica l’equazione vittoria passaggio di categoria. La realtà invece è ben diversa, che oggi il WRC2 sia palestra oppure trampolino di lancio è realtà, ma questo parlando di giovani talenti non implica forzatamente che portarsi a casa il titolo rappresenti un automatica promozione. Nei fattori di promozione a lasciare il segno più profondo è l’eventuale margine di miglioramento, una valutazione soggettiva spesso legata al fiuto degli scout che lavorano con questo oppure con quell’altro team. Ed a prova di questo troviamo solamente due nomi tra i driver ufficiali che sono passati dal successo nella serie cadetta alla classe regina: Lappi e Breen e nel caso dell’Irlandese il cammino non è stato automatico, anzi ha comportato un lungo passo indietro nella serie continentale. In realtà sono molti di più i nomi presenti in pianta stabile nel mondiale che nel WRC2 ci sono passati a spot, oppure ci hanno corso in pianta stabile ma senza vincere il titolo, ma che ci sono andati vicini oppure hanno ottenuto sia pure a spot prestazioni XXL. Essere un uomo da campionato, preciso martellatore, attento a portare punti a casa è una dote molto apprezzata nella massima serie, ma non bisogna dimenticarsi che la nel WRC ci sono i migliori del globo, dove anche quando porti punti devi comunque staccare prestazioni importanti. Nel WRC2 invece le gare sono poche e spesso, basta un errore, oppure mettere eccessivamente alla frusta il mezzo, per segnare uno zero che comprometta tutto. Inoltre ci sono comunque due livelli che incidono in maniera abissale, correre in una squadra ufficiale (o semi ufficiale) oppure privata. Una serie di elementi che ha fatto si che Pontus rimanesse al palo anche dopo il titolo. Per il momento spiragli anche solo per una mezza promozione non se ne vedono, così il biondo Svedese si accontenta di andare a caccia del bis nel WRC2. Ma se l’anno passato a lasciare dei dubbi sulla sua performance pura erano stati gli schiaffoni presi da Mikkelsen, quest’anno non ha certo brillato in Svezia, sempre mesto alle spalle di baby Japan che dalla sua aveva un ottima gomma, ma Tidemand più che a portare qualche attacco vero è sembrato pago del secondo posto. Mentre sia in Mexico che in Argentina ha vinto mantenendo spesso un passo ben sotto la soglia di rischio rottura, giocando troppo spesso sul filo dei secondi, come se fosse sulle veloci speciali Scandinave, e non in speciali dove la foratura è sempre dietro l’angolo e giocare al gatto con il topo non sempre paga.