Il rally Catalunya ha sancito con una gara di anticipo rispetto alla fine del WRC che c’è un nuovo re, una vittoria abbastanza scontata quanto i malumori di Ogier, ed una Citroen C3 che continua a faticare nel tenere il passo dei suoi avversari, i problemi della prima giornata hanno fatto esplodere una mezza bomba dove a porte chiuse il pilota di Gap ha sbattuto i pugni.
Sei titoli, ed anche se nelle ultime stagioni l’idea di mollare tutto l’ha sfiorato più di una volta, il figlio e la famiglia sicuramente lo hanno cambiato, ma non al punto di gettare la spugna e rifiutare una sfida improba come quella di riportare la M-Sport ai vertici, un team che sino al 2016 era diventato una sorta di team costumer. Questo a discapito di un salario congruo ma molto lottato, con lui e Wilson dalla stessa parte contro Ford Performance. Poi è arrivata Citroen, che dopo un primo tentativo fallito a fine 2017, per il braccino corto della nuova gestione; l’anno passato si è messo di mezzo Tavares che con una proposta più congrua è riuscito a convincerlo a firmare per due anni (Ogier avrebbe preferito uno solo), ma alla base della scelta ci sono state promesse di sviluppi importanti su una vettura che dal suo debutto va forte ma in certe condizioni continua a faticare, come se si andasse avanti mettendo una toppa qui ed una toppa là. In questi mesi la vettura è migliorata, ma non abbastanza ed Ogier ha cominciato a storcere il naso perché già a metà stagione si è reso conto che quest’anno vincere un altro titolo sarebbe stato missione impossibile, ma comunque non ha mollato. Ma il feeling con la squadra con il passare del tempo scemava, come un perfetto soldatino si è limitato al basico sia nelle relazioni con la squadra che in quelle pubbliche. In M-Sport invece non si era risparmiato strigliate pubbliche, che però in circa un anno hanno restituito a tutti dallo staff tecnico ai meccanici la voglia di vincere. La conferma che Ogier continuerà a correre anche nel 2020, teoricamente togliendo la riserva dal contratto l’ha data in estate, ma dopo sono continuati i problemi e soprattutto c’è stato un test sulle evoluzioni 2020 sul quale non è uscita una mezza parola. Se Ogier non ha detto, ne fare trapelare nulla sul futuro, tra le parti c’è molto malcontento e quando si parla di stagione 2020 in Citroen rassicurano, ma è facile immaginare che se a Salou la temperatura nell’incontro a porte chiuse con Ogier è salita alle stelle, nelle riunioni post Catalunya a Versailles sarà vulcanica. Ed in particolar modo fa specie che da Citroen non siano arrivate risposte al tweet al vetriolo di madame Ogier, più che un naturale sfogo una provocazione per andare a rottura del contratto. In molti oramai stanno guardando ad un probabile avvicinamento Ogier – Toyota, che forse non c’è ancora stato, ma gli ammiccamenti non sono stati tanti. Chiaramente c’è di mezzo un contratto da rompere e questa è sempre una complicazione, ma in caso di problemi tecnico legali insormontabili non è da escludere (anzi!!!) Ogier si fermi a fine anno.