Anche quest’anno ACI ha legato le celebrazioni (dicembrine) dei campionati rally al gala dei caschi d’oro, manifestazione marchiata da Auto Sprint, nella lunga lista dei premiati si sono però fatte notare alcune assenze di peso, a cominciare dalla Ford vincitrice del titolo costruttori.
Spesso dalla base si leva un coro di disappunto per i tanti, forse troppi titoli nazionali che assegnano i rally di casa Italia, nel caso specifico direttamente all’interno del CIR, ovvero la massima serie tricolore. Critiche che hanno un loro perché, comprensibile ma non certo condivisibile perché chiunque si impegni una competizione (non stiamo parlando solo di rally o motorsport) piccola o grande che sia ci tiene a portare a casa una coppa, ancora di più un campionato che sia di classe o quant’altro. Cosa che è sempre stata e sempre sarà, ed anche chi si volta indietro con amarcord guardando un’epoca sicuramente differente, ma su certe cose non poi così tanto. Ma ritorniamo alla celebrazione di venerdì 13 (alla faccia della scaramanzia), ha lasciato quanto meno perplessi la premiazione dei vincitori dei titoli Italiani fatta a macchia di leopardo. Se è ben comprensibile il fatto che non siano state premiate le numerose coppe legate al campionato nazionale, lasciare al palo alcuni dei vincitori non ci pare troppo rispettoso, volendo scremare si poteva ridurre la presenza a questo galà, che più che una premiazione è una passerella, alla sola coppia vincitrice del titolo assoluto, Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, ma lasciare fuori il campione dell’R1 (Daniele Campanaro) piuttosto che il campione CIRT (Stephane Consanì) senza nemmeno citarli anche se non erano presenti ha lasciato quantomeno perplessi. Visto che i loro titoli hanno la stessa dignità dello Junior, 2 ruote motrici ecc.. che erano presenti. Un discorso particolare merita il titolo costruttori che si è aggiudicata la Ford, grazie agli ottimi risultati ottenuti da Campedelli e la sua Fiesta Orange targata M-Sport. Un’assenza pesante quanto incomprensibile, visto che ad alzare le tante coppe c’era anche la Peugeot vincitrice del titolo costruttori 2 ruote motrici. Una sorta di giallo tra inviti, ed incomprensioni varie si è avuta l’impressione di una presenza ritenuta ingombrante.