Nel tributo della scorsa settimana a due organizzatori protagonisti della ripartenza dei rally in casa Italia, abbiamo prestato il fianco a qualche fraintendimento che è debito chiarire nel rispetto dei ruoli. Quelli di una federazione protagonista unica e assoluta nel tracciare le linee con i ministeri, fondamentale per tutti quegli organizzatori che hanno voluto esserci.
Qualche mese addietro avevamo messo in risalto che per la federazione si sarebbe trattato di un anno cruciale, negli ultimi anni il suo ruolo principe, essere il tramite tra il nostro sport e le autorità del paese aveva lasciato più spazio alla funzione sportiva di arbitrato e stesura delle regole. La reazione al momento difficile invece è sempre stata all’altezza della situazione, soprattutto in quel ruolo centrale per l’automobilismo su strada che va dal rilascio dei permessi, alla circolazione dei veicoli e va a toccare in maniera sensibile vari dicasteri del nostro governo. Nello specifico la commissione rally presieduta da Daniele Settimo ha tracciato tutti i complicati protocolli delle corse su strada finalizzando con successo le trattative con il governo in maniera che i rally si sono potuti presentare alla ripartenza assieme alla serie A (calcio), ed altri sport di maggiore spessore mediatico. Vedi il ciclismo ripartito solamente ad agosto. Affrontando il tema della ripartenza si tende a dare questo ruolo (noi compresi) quasi per scontato, ma così non è perché altrimenti una lunga sfilza di paesi Europei come Germania, Francia, Inghilterra ecc.. non sarebbero rimaste al palo così a lungo, ed alcune lo sono ancora oggi. Per cui è scontato che senza questo lavoro di tessitura non si sarebbe potuti ripartire. Ma oltre alla sua centralità ribadita dai fatti ACI Sport, contrariamente ad alcune critiche del passato, ha ascoltato con attenzione le richieste che arrivavano dalla base e ne ha fatto una sintesi che con gli aggiustamenti sportivi messi in campo: sfoltimento dei calendari e riduzione dei chilometri, è riuscita ad adeguare il prodotto rally alle esigenze del mercato stravolto dal lockdown. Il traino della federazione è stato fondamentale per tutti ma soprattutto per la base a cominciare dagli organizzatori delle gare meno titolate, come il Rally Lana che ha dovuto adeguare un’organizzazione molto più leggera (trattandosi di CRZ) al problematico tema pubblico, ed agli stringenti protocolli sanitari anti-coronavirus. Oppure chi come il Dolomiti ad ottobre si troverà difronte ad una situazione più chiara, ma potrebbe dovere fare i conti con i cali di iscritti di fine stagione, più che un punto interrogativo una scommessa.