Il ritorno dell’Acropoli nel WRC oltre a proporre una gara all’altezza e senza sbavature, con un percorso più variegato e stimolante, è stato un successo di pubblico senza precedenti che ha riportato in prova speciale un numero di spettatori impressionante, per trovare un termine di paragone a memoria bisogna fare un salto indietro nel tempo di una trentina di anni.
La partenza e la speciale spettacolo nel cuore di Atene, con la loro folla straripante non sono state un caso isolato, come qualcuno si sarebbe aspettato, almeno chi la gara Ellenica l’ha vissuta sul campo dalla fine degli anni Ottanta. Allora nelle prime due tappe si assisteva ad un autentico pellegrinaggio con gli spettatori che sciamavano da una speciale all’altra assieme ai concorrenti, ovviamente una presenza che non era paragonabile al Portogallo o al Sanremo, ma impressionante se si rapportavano queste presenze ai numeri della popolazione. Poi negli anni la partecipazione è andata via via scemando, ed a cavallo del nuovo millennio quando Mosley ha varato una campagna sicurezza, più simile ad una caccia allo spettatore, il pubblico pur non mancando è diminuito in maniera sensibile. Il ritorno dell’Acropoli nel mondiale rally, invece, ha avuto una risposta positiva che è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Una fiumana di gente presente a bordo strada dal venerdì mattina, che il sabato mattina e la domenica sulla Tarzan è diventata una piena straripante, degna di un grande evento mondiale come il WRC. Un tutto esaurito che ha colto tutti di sorpresa, compresa la stessa organizzazione che aveva sul terreno lo stesso dispiegamento di forze degli ultimi anni targati WRC, ed ERC, decisamente light per avere il controllo della situazione con tutte quelle persone. Una pecca che le riprese di WRC hanno evidenziato, da quando il promotore qualche stagione orsono ha iniziato a diffondere tutte le speciali live, il pubblico viene posizionato in maniera da evitare l’effetto ali di folla. In alcuni tratti il pubblico è tornato a bordo strada, ma quasi sempre in tratti dove la velocità era decisamente bassa (dai quaranta ai settanta chilometri orari), zone a bassissima pericolosità, per non dire rasente allo zero. Un ritorno al passato che solamente per la passione del pubblico merita una riconferma a pieni voti; social, streaming, live tv sono mezzi a cui non si può rinunciare, ma i rally ed in particolare il WRC è come un concerto dove il pubblico diventa parte dello spettacolo.