All’Adriatico il CIR si avventura sui fondi sterrati per una gara che si annuncia pirotecnica con sempre più outsider pronti ad inserirsi nel tema di sempre la sfida a due tra Andreucci e Scandola; da Campedelli oramai assorto al ruolo di protagonista assoluto al giovanissimo Kalle Rovanpera.
I numeri dell’Adriatico sono stazionari, vettura più vettura meno, un segnale positivo per chi vede il bicchiere mezzo pieno visto la qualità dei concorrenti. Mezzo vuoto per chi vorrebbe vedere gli elenchi iscritti riempirsi come una volta, in realtà la terra sta pagando a caro prezzo le trasformazioni che hanno subito i rally negli ultimi anni. Schedare il tutto sotto la voce crisi è sin troppo facile, i problemi sono molteplici a cominciare da una realtà che oggi non ha più vetture di proprietà, e visto il panorama delle gare Italiane pochi noleggiatori affrontano la spesa di un assetto terra. Spesa importante sulle vetture top, ma che è diventata importante anche sulle vetture più piccole, dove il calo delle adesioni è più sensibile. Tra i protagonisti di vertice all’appello mancano i nomi che avevano già dato forfait per la trasferta Siciliana, che fisiologicamente si sapeva sarebbero andati persi. Sugli sterrati Marchigiani il favorito della vigilia resta Umberto Scandola, ma questa volta per riconfermarsi dovrà dare fondo alle a tutte le potenzialità della sua Fabia, visto che la Peugeot di Andreucci risulta molto più graffiante dell’anno passato. Ma a mordere ci sarà anche la Festa di Simone Campedelli, che sulla terra è sempre andato molto forte, ed a differenza dell’anno passato parte per vincere e non solo fare piazzamento. Anche se gli aggiornamenti non saranno quelli di capitan Ucci, non ci si può certo scordare di Rovanpera che qualche sorpresa potrebbe regalarla.