Il rally Adriatico ha dato fuoco alle polveri dell’Italiano terra 2019, un campionato di grande spessore per i nomi dei suoi protagonisti, a cominciare dal Francese Stephane Consani che ha piegato tutta la concorrenza compresi i terzi incomodi Gryazin e Crugnola.
La lista dei pretendenti al successo finale sulla pedana di Cingoli era di quelle da fare impallidire anche i protagonisti della massima serie, che su queste speciali si erano sfidati sino all’anno passato. A fare saltare il banco un po’ a sorpresa, ma non troppo è stato il Francese Stephane Consani che ha messo le ali alla Skoda Fabia della Erreffe, confermando che quanto aveva mostrato al rally del Vermentino 2018 (almeno sino al ritiro) non erano performance casuali. Nonostante una spruzzata d’acqua mattutina abbia equilibrato l’effetto strade pulite, che lo favoriva con una posizione di partenza arretrata è riuscito a prendere il comando già nella prima boucle, ribattendo colpo su colpo alle Fabia gemelle di Gryazin e Crugnola scatenati. Nella seconda tornata sulle speciali del balcone Marchigiano i magnifici tre (racchiusi al primo service in un fazzoletto di soli 7”) danno un ulteriore trainata per cercare di fare il vuoto, ed il primo a perdere contatto è Crugnola che perde una ventina di secondi. Gryazin nonostante si tratti di una gara in preparazione del WRC Portoghese, di fare solo chilometri non ne ha troppa voglia, ma la sua tirata gli vale lo scratch sulla Colognola, ma ad Avenale bombarda e parcheggia la sua Fabia su una cunetta con una sospensione staccata. Crugnola resta aggrappato alla piazza d’onore, ma sulla speciale che chiude il secondo giro si gira e poi stallona perdendo otto minuti che lo fanno scivolare nelle retrovie. Consani si ritrova a tre speciali dalla fine con una mezza minutata su Marchioro, abbastanza per amministrare in tutta scioltezza un successo ipotecato in maniera pesantissima. La piazza d’onore se la prende un Nicolò Marchioro autore di una bella prestazione in crescendo che lo ha portato a scavalcare prima Scandola e poi Andreucci. Il Garfagnino ha preso anche l’anima alla sua Peugeot 208, ed a un certo punto la seconda piazza sembrava a portata di mano, ma visto un Marchioro sempre più in palla ha preferito controllare il gradino basso dal podio dagli eventuali attacchi di uno Scandola che non è mai riuscito a portare la sua Hyundai veramente in partita.