Il rally Monegasco propone una prima ricca di incognite visti i numerosi cambiamenti di casacche, tanti sono i temi di quest’edizione ma a tenere banco potrebbe essere lo stesso ritornello Catalano che a fine ottobre 2018 ha proposto un infuocato derby tutto Francese Ogier Loeb.
Dalle parti di Terragona solo tre mesi fa i due se le sono date di santa ragione, ed alla fine Loeb è stato bravissimo a sfruttare un asfalto che proponeva equazioni di gomme non semplicissime, con un avversario che nel finale ha gettato la spugna nel nome del sesto titolo iridato. Un rospo che non è ancora riuscito a mandare giù. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, ed i due da potenziali compagni di squadra sono ritornati avversari anche di marca, ma a differenza del 2011 senza troppi strascichi e veleni, con un divorzio che per il nove volte campione del mondo è stato abbastanza consensuale. Di sicuro non viziato da richieste o veti delle due parti. Prima del via la pretattica e d’obbligo, con un Loeb appena arrivato dalla Dakar ed una nuova vettura tutta da imparare che non si sbilancia di un centimetro e lo stesso fa Ogier alla sua prima uscita con la Citroen C3 plus. Ma la voglia di primeggiare è sempre la stessa, ed è impossibile credere che uno dei due questa volta sia disposto a rischiare qualcosa di meno se in odore di primato. Ogier anche se parte con un solo obbiettivo vincere il settimo scudetto, sa che fare calcoli ad inizio stagioni serve a poco, ed in più c’è ancora la sconfitta Catalana che brucia e tanto. Ma c’è anche una vittoria in ballo che in una gara come il Monte pareggerebbe i conti con Loeb (nell’albo d’oro del principato), con la ciliegina di raggiungerlo battendolo sul campo. Mentre l’Alsaziano se da una parte punta a portare a casa punti pesanti per la Hyundai, vuole ancora vincere e sa che la gara dove può giocarsela alla pari è proprio il Montecarlo con le sue complicate alchimie. Il Montecarlo è affascinante per la sua incertezza ed a vincere raramente è chi va più forte, ma chi riesce a levare di meno il piede nei punti critici, soprattutto quando si rischia nella scelta delle gomme. Motivo per cui la pattuglia degli altri rivali che abitualmente se la gioca alla pari su queste strade ha sempre faticato di più; a cominciare da Neuville che sull’asfalto va fortissimo ma qui spesso ha finito per inciampare e pagare dazio. Mentre Tanak che negli ultimi anni si è sempre piazzato, forse sino ad oggi solamente in questa gara ha optato per non affondare i colpi sino in fondo, preferendo lasciare qualche secondo in più sulla strada a fronte di un solido piazzamento. La domanda è lo farà anche quest’anno oppure visto il potenziale della Toyota cadrà in tentazione?