Spesso quando si parla di gare lontane dalla vecchia Europa, si punta il dito su degli elenchi iscritti leggeri sotto il profilo della quantità e sulla mancanza di pubblico, ma non è sempre vero e lo Sno*Drift, primo round dell’ARA, ha dimostrato una grande passione a bordo strada ed al service nella cittadina di Atlanta.
Lo Sno*Drift venti ventiquattro, nonostante una gara anomala con più fango che ghiaccio non è bastato a scoraggiare il pubblico a stelle e strisce sempre numeroso a bordo strada, ed al service nella cittadina di Atlanta. Da non confondere con l’omonima Atlanta, capitale della Georgia. La cittadina che ospita service park e quartier generale dello Sno*Drift, con i suoi ottocento abitanti è l’altra faccia dell’America. Quella del mondo delle campagne, nello specifico della contea di Montmorency nel profondo nord del Michigan. Una zona a bassa densità abitativa, dove Detroit la città più vicina è ad oltre duecento chilometri, una premessa debita per dare il giusto peso all’importante numero di spettatori presenti al service e partenza. Ma soprattutto a bordo speciale dove come al Monte hanno illuminato con torce e fuochi i tratti più spettacolari delle speciali, molte andate in scena by night. I numeri non saranno quelli straripanti di alcune gare del WRC, ma a livello di campionato nazionale non hanno nulla da invidiare a quelle di molti campionati nazionali del vecchio continente. Italia compresa. Ovviamente gli stati uniti sono una nazione grandissima e la febbre da rally non può essere la stessa in tutti i territori. Ma in molte regioni della Country Side Americana i rally sono profondamente radicati e riscuotono grandi consensi. Dall’altra parte dell’Atlantico a pagare pegno è la fascia dei praticanti, decisamente più contenuta rispetto all’Europa. Se però andiamo a sommare gli elenchi iscritti dell’ARA (la serie nazionale USA) e quelli della prova regionale, la forbice a seconda delle stagioni varia dalle quaranta, alle cinquanta vetture, numeri onorevoli soprattutto in realtà differenti dal vecchio continente. Con spese organizzative più contenute, dove oltre a partner è sponsor fa la sua parte anche il pubblico contribuendo con un Ticket. Una realtà che meriterebbe una prova del mondiale, peccato alle spalle della candidatura, a proporsi al WRC Promoter non ci sia l’ARA (il club organizzatore della serie USA).