ARRIBA, ARRIBA!! LATVALA

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L’ultima frazione parte con una classifica scolpita nella roccia e nemmeno il gigante di argilla, ovvero gli 80 chilometri di Guanajuato, cambia qualcosa con i primi tre che confermano le loro posizioni, mentre il solito Ogier va a prendersi i punti della power stage.

La speciale di Guanajuato con i suoi ottanta chilometri è tra quelle che più fatto scrivere e fantasticare, ma come tutti i copioni disegnati a tavolino a confermarli servono attori disposti a dargli vita. Nell’ultima frazione della gara, quando generalmente si arriva con le classifiche già ben definite, poco cambia se prima della power stage c’è una speciale di 10 oppure di 80 chilometri, dal più forte sua maestà Ogier agli ultimi della classe, l’arte di sapere adeguare il proprio passo di gara su una soglia di sicurezza è un esercizio che sanno fare tutti, chi bene e chi solo benino. Ma poco cambia gli ottanta chilometri di Guanajuato facevano troppa paura e tutti li hanno preso con molto, molto rispetto. Così Ogier che è quello più bravo nell’esercizio di sapere tarare il proprio passo, a temi che propone la gara, senza rischio alcuno è andato a prendersi i due scratch di giornata, quindi il successo nella speciale più lunga del mondiale, che quello che gli ha garantito di mettere in carniere i tra punti della power stage. Mentre Latvala pago del risultato si è limitato a portare la propria Polo al traguardo, successo che permette al Finlandese di ritrovare fiducia dopo il doppio zero di inizio 2016. Terzo gradino del podio per Sordo che sugli sterrati Messicani è il migliore tra quelli che non sono targati Volkswagen, davanti alla Fiesta di un regolarissimo Ostberg.

CLASSIFICA

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