In questo periodo la ripartenza a porte chiuse più che il virus ha acceso numerosi focolai di polemiche, argomento che è riesploso con l’appello del San Martino, a non andare sulle speciali, rispettando il teorico porte chiuse, che ha indispettito una parte di quegli appassionati che era abituata a seguire le speciali da bordo strada.
Fino a questo punto abbiamo preferito non addentrarci in un argomento molto spinoso, giuridicamente complesso dove dare risposte corrette ed esaustive è tutt’altro che scontato. Tante sono le sfumature e prendere in considerazione solo quelle che portano alle risposte desiderate spesso è una comoda scorciatoia. Oggi una larga maggioranza pensa che giuridicamente la posizione degli spettatori a bordo strada sia inattaccabile, ma arrivare a questa conclusione comporta considerare come soggetto centrale il pubblico. In realtà l’unico soggetto giuridico è l’organizzatore. Ogni organizzatore di manifestazioni o eventi sportivi all’interno di una struttura, oppure all’aperto è responsabile dell’evento spettatori compresi, per cui parificare chi è a bordo strada ad un occasionale passante è una semplificazione che se vogliamo è già sottointesa dagli enti che rilasciano i permessi. Evidentemente disposte a chiudere un occhio, nel nome del buonsenso ma soprattutto in quello del fare (questo però non può intendersi come un liberi tutti). Ovviamente c’è chi è più attento e sottolinea agli organizzatori i propri doveri ed altri meno, ma ci sembra veramente assurda la richiesta di molti di fare chiarezza e avere dei decreti che non lascino dubbi. In questo caso il buon senso va archiviato e vista la vastità del territorio da presidiare, ottemperare al divieto diventa un impegno mastodontico; quasi impossibile da fare rispettare. Per cui nessuno si prenderebbe la pena di scrivere una autorizzazione con prescrizioni inapplicabili, molto più semplicemente non si concederebbe autorizzazione alcuna, come in Germania, Uk e molti altri paesi. La richiesta degli organizzatori del San Martino non ha quindi nulla di persecutorio, ma evidentemente risponde ad una maggiore attenzione alla quale probabilmente sono stati richiamati. Purtroppo si tratta di un sacrificio che dovrà andare avanti ancora per qualche settimana ma oggi fa la differenza tra il fare e il non fare, in attesa che le maglie si allarghino e si trovino i giusti equilibri di convivenza con la situazione attuale.