Oramai da parecchi anni uno dei grandi ritornelli del pianeta rally Italiano è l’esaltazione delle ricette che arrivano dalla Francia; frasi come “basterebbe fare come in Francia” sono all’ordine del giorno, ma con le nuove elezioni (dei vertici FFSA) alle porte, dall’altra parte delle alpi si è scatenato un uragano mai visto, che in altri contesti sarebbe già costato delle poltrone.
Le elezioni sono da sempre terreno di grande scontro in tutto il mondo, da quelle politiche a quelle dei vari governi sportivi, nessuna federazione esclusa. Scontri che spesso restano entro i confini programmatici, o della visione sul futuro, ma quando cominciano a volare i colpi bassi e questi sono fatti alla luce del sole, spesso emergono dei risvolti imbarazzanti. Ed è il caso dei cugini d’oltralpe dove la volata alla presidenza della FFSA è letteralmente partita con i fuochi d’artificio. Nicolas Deschaux, il presidente in carica, ha iniziato a giocare la sua mano in vista di una candidatura per il suo quarto mandato. Ma dopo la contestata elezione del 2016 i malumori in Francia sono stati trattenuti a stento, ed in questi mesi sono cresciuti in maniera esponenziale al seguito di un’inchiesta dei colleghi di Auto Moto Newsinfo. Questa ha portato a galla molti dettagli imbarazzanti di una gestione opaca e nebulosa, zeppa di zone grigie che non sono ancora state chiarite. Con il rinvio delle olimpiadi, il governo mondiale dello sport ha deciso di rimandare tutte le elezioni federali al 2021, questo per evitare le problematiche di successione in un periodo cruciale per riparare ai danni del corona virus. Ma quando dagli scranni dell’FFSA hanno bruciato le tappe convocando l’assemblea elettiva a inizio settembre, tutti i malumori sono deflagrati, un colpo di acceleratore al varo della nuova cordata decisa ad andare a dare una spallata all’attuale governo dello sport automobilistico francese. A capitanarla è uno dei monumenti dei rally Francesi Bernard Darniche, che con le sue sei vittorie al Tour de Corse è rimasto nel cuore degli appassionati d’oltralpe. Un leader con alle sue spalle tanti nomi di spicco dell’automobilismo sportivo d’oltralpe, una base già ben cementata che è riuscita a convincerlo ad imbarcarsi in quest’avventura a 78 anni suonati, ma con una forma fisica invidiabile. Il suo manifesto per uno sport più semplice, economico e giusto, vicino alla base dei praticanti, volontari ed appassionati, dà il termometro di una situazione che è lontanissima dalle luci, ed i lustrini, che si vedono se si guarda da fuori. Nel calderone delle aree grigie c’è finita anche la promozione dei giovani, una sorta di miraggio per gli junior italiani e di altri paesi, uno dei miti più grandi per chi non mastica la Francia da dentro.