BATTISTOLLI A TUTTA TERRA

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Una gara vinta con la testa, ancora più che col piede. Se l’anno scorso qui Alberto Battistolli si era mangiato la gara girandosi in un tornante e perdendo una decisiva manciata di secondi, quest’anno quel pilota di 23 anni è stato tutt’altro.

Dopo aver accelerato a fondo all’inizio, non ha perso la testa quando Simone Tempestini e Jean Philippe Quilichini, almeno fino a quando non ha bucato sul terzo Cerbaiolo perdendo la possibilità di giocarsi il podio e la vittoria fra gli iscritti Raceday, hanno iniziato a rosicchiargli quel vantaggio. Ha incassato i colpi, li ha un po’ restituiti e ha saputo perdere l’ultima prova speciale di quel tanto che gli bastava per restare comunque davanti, vincendo così la sua seconda gara fra le moderne.

Il secondo Rally Terra Valle del Tevere ha certificato la sua maturazione sportiva, già evidente dopo l’affermazione al Coppa Liburna sempre in coppia con Simone Scattolin. Tanto più che qui a Sansepolcro gli avversari non erano da poco: <Ero qui per preparare Fafe, prima tappa dell’Europeo, e per l’amicizia che mi lega a Valtiberina Motorsport. Gli avversari hanno cercato di mettermi in difficoltà, ma sono riuscito ad attaccare e a gestire in base alle necessità. Sono contento, è stata una bella gara>, diceva prima del palco il giovane vicentino. Simone Tempestini, alla fine secondo con Sergiu Itu per 3”3, se lo ritroverà nell’Europeo: entrambi partiranno da Fafe per una stagione che sperano migliore di quella passata: <Vorrei fare qualche gara in più dell’anno scorso. L’ultima che ho corso è stata proprio quella, cinque mesi fa>, diceva il pilota trevigiano ormai da tempo residente in Romania.

A chiudere il podio sono stati Alessandro Bettega e Paolo Cargnelutti, primi anche fra gli iscritti al Raceday. Il loro bronzo li rilancia decisamente verso la corsa al trofeo che si chiuderà a metà aprile a Foligno: davanti a tutti c’è Simone Romagna, oggi terzo di trofeo e quinto assoluto, ma grazie ai punti portati a casa al Prealpi Master Show il trentino è decisamente fra i papabili: <È stato un podio davvero inaspettato: il Cerbaiolo pareva il Rac>, diceva Bettega a fine gara. Peccato per Francesco Fanari, quarto assoluto ma che sarebbe stato terzo senza una penalità per salto di chicane che gli è costata 30” e una posizione, oltre alla vittoria nel Raceday. Si è fatto notare anche il decimo posto assoluto conquistato da Angelo Grossi, figlio di Pucci: era alla prima gara con una Rally2 in carriera e ha fatto vedere di poter portare alta la tradizione di famiglia. Non è girata granché bene a Nicolò Marchioro: nel secondo Cerbaiolo ha perso un paio di minuti quando la macchina gli si è spenta in staccata, appoggiandosi a una pianta. È sempre stato in crisi con l’assetto, che gli causava parecchio slittamento al momento di andare sul gas. Vorrebbe fare l’Italiano Terra, ma probabilmente non lo correrà con una Rally2.

Grandissima è stata invece la gara delle trazioni anteriori. Se alla fine hanno vinto Massimiliano Pedalà e Paolo Vercelli portando la loro Opel Corsa Rally4 alla prima affermazione di classe e gruppo italiana, appena un secondo dietro hanno finito Matteo Fontana e Alessandro Arnaboldi con la loro piccola Peugeot 208 R2: sarebbe andata diversamente senza la trentina di secondi lasciati sull’ultimo Cerbaiolo, quando hanno perso la vettura sul fango finendo contro un albero. Terzi i fratelli Nerobutto, Geronimo e Francesca, ma è finita con un ritiro alla penultima speciale la gara di Roberto Daprà e Luca Guglielmetti: sono stati fermati da un problema tecnico quando guidavano la compagnia con una decina di secondi di vantaggio.

Niccolò Budoia

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