BREEN RITORNO IMPERIALE

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Craig Breen con una prima tappa da incorniciare è riuscito a capitalizzare al massimo quanto la posizione di partenza gli ha regalato, soprattutto nella replica pomeridiana su una strada conciata malissimo è stato bravissimo a stare nelle rotaie che si erano scavate e a dare trazione alla sua Hyundai, un feeling quello con le vetture di Alzenau rimasto intatto nel tempo.

Anche questa volta il fondo stradale nelle strade della regione di Umeà si è rivelato difficilissimo da interpretare, ma a differenza dell’anno passato un pizzico di neve ghiacciata sul fondo sovente è riuscita a stare fuori dalla linee ideali e questo ha messo fuori gioco un Rovanpera che a fine giornata si ritrova mezzo minuto sul groppone. Oggi a farla da padroni sono stati gli specialisti dei chiodi lunghi che partivano dalle retrovie Breen, Tanak e Lappi, racchiusi in fazzoletto di una decina di secondi. A mettere Kalle e gli altri che lo seguivano a ruota, nel pulire la strada, è stato soprattutto il secondo passaggio pomeridiano, una strada scavata all’inverosimile con rotaie e buchi molto profondi, un Safari sul ghiaccio. Condizioni anomale anche rispetto a quello che si era visto l’anno passato. Per andare forte una volta ripulite le rotaie scavate era bisognava cercare di tenere le linee più pulite possibile, restando per quanto possibile dentro la rotaia per dare trazione alla vettura. Un esercizio tutt’altro che facile su un fondo irregolare che spesso tendeva a spararti fuori linea, ma sotto questo profilo Craig Breen è stato semplicemente eccezionale. L’Irlandese ha spremuto ogni dalla sua Hyundai i20 N Rally1 ogni decimo di secondo concesso da quel fondo semi disastrato; esercizio dove è stato più bravo dei suoi due rivali diretti Tanak e Lappi. L’Estone partendo a metà gruppo è riuscito a mediare a seconda delle condizioni della speciale, e con un colpo di reni nel finale è riuscito ad accorciare le distanze, ad appena 2”.6. Lappi invece ha concesso una decina di secondi al compagno di squadra, pagando la sua naturalezza nel fare scivolare la vettura su ghiaccio e neve, ma che in queste condizioni non pagava, soprattutto quando il posteriore usciva dalle linee più pulite.

CLASSIFICA

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