Anche se i calendari 2021 tremano di fronte all’onda lunga del coronavirus in ACI Sport sono arrivate praticamente tutte le iscrizioni delle varie gare, come era prevedibile il numero dei rally iscritti supera il centinaio attestandosi su numeri di poche unità inferiori a quelli dell’anno in corso.
La ricetta del successo partecipativo della ripartenza estiva di quest’anno si è concentrata su un calendario 2020 ridotto all’essenziale, ed a dei chilometraggi ridotti. Due fattori che fanno a pugni con cosa si prospetta per il 2021, almeno per quanto riguarda il calendario, con tutte le gare rimaste al palo in questo periodo di pandemia, alle quali la federazione ha promesso un passaggio automatico con validità annesse alla prossima stagione. In realtà già prima si abbattesse sul mondo la scure del coronavirus il problema di calendari rally troppo affollati era additato da molti come un dossier da risolvere. Una pratica per la federazione tra le più spinose, perché alzare la sbarra per scremare eventuali new entry è una cosa, ma rifiutare l’iscrizione a gare che sono già in calendario è una operazione politicamente molto complessa, soprattutto per un organismo federale che deve rispondere ad equilibri politici e territoriali. Se la maledizione di questa pandemia ha dimostrato in maniera tangibile le regioni di chi da anni predica lo sfoltimento dei calendari, sotto il profilo pratico complica ulteriormente la posizione di ACI Sport e della commissione rally; praticamente obbligata a dare delle garanzie alle gare che non potevano essere disputate, ed a quelle intenzionate a passare al 2021. Così alla conclusione delle iscrizioni e relative richieste di date per il nuovo anno, il numero delle gare a calendario ha superato le cento unità, appena sotto il numero complessivo di questa stagione che sta per concludersi. Come era abbastanza prevedibile. A questo punto con le previsioni di una pandemia che avrà strascichi per tutto l’inverno e probabilmente anche primavera, crediamo che si vada incontro ad una selezione naturale con possibili risvolti traumatici. Andamento che ACI Sport dovrà riuscire a sfruttare per ridisegnare la mappa dell’automobilismo sportivo su strada, sfoltendo l’attività agonistica di livello, ma soprattutto riuscendo ad andare a ricreare un livello amatoriale di base in grado di facilitare l’accesso alla specialità, un gradino della piramide che in questi decenni si è dissolta. E non possono certo essere gare come ronde, rally day, ecc.., ad occupare questo gradino, contrariamente a quanto qualcuno tenda a credere.