Anche se al momento è rimasto tutto abbastanza sottotraccia il calendario WRC 2023 sta creando una forte divisione tra il WRC Promoter e alcune case costruttrici, o meglio alcune delle squadre attualmente impegnate nel mondiale, contrarie all’idea di un calendario con ben sei appuntamenti fuori dall’Europa.
Sino ad oggi il maremoto che generalmente accompagna l’imbastitura del calendario per la nuova stagione, non ha proposto particolari sussulti; dopo tre anni pesantemente condizionati dalla pandemia mondiale, ed i conseguenti problemi legati ai viaggi internazionali, il 2023 dovrebbe segnare il definitivo ritorno alla normalità. Così oramai da parecchi mesi il promotore è andato avanti su una traccia con quattordici appuntamenti, otto in Europa e sei fuori. Come oramai è tradizione non potevano mancare le solite candidature improbabili, ma in questi giorni di mezza estate le trattative cominciano a disegnare qualcosa di più concreto, ed anche se non si è ancora fatto sentire pubblicamente sta rapidamente crescendo il malcontento tra le case costruttrici e le quadre del mondiale. Il punto sarebbero i sei appuntamenti fuori dall’Europa, quelli che stanno a cuore al promotore che spera nelle maggiori disponibilità di alcune teoriche candidature, ma che nei budget delle squadre potrebbero fare parecchi danni a livello logistico. A quanto pare si potrebbe andare ad uno scontro faccia a faccia con i costruttori decisi a puntare i piedi su sole quattro gare fuori dall’Europa. Se come da previsioni verranno confermate Safari, New Zeland e Japan a questo punto resterebbe un solo slot e il pretendente più accreditato sarebbe il Messico. Ma con il mondo che deve fare fronte ad una bolla inflazionistica che sta colpendo duramente materie prime e forniture; negli spostamenti e nella logistica si impennano i prezzi e dimezza l’offerta, il promotore dovrà sedersi a breve a fare di conto. Ad oggi nessuno ha parlato del quattordicesimo slot, ma se andiamo indietro nel tempo per trovare 14 gare bisogna ritornare al 2007, da allora non si è mai superato il tetto delle 13 gare, nemmeno nel 2016 quando il promotore tento l’inserimento della Cina oppure nel 2019 quando fu spinto dentro il Cile ma poi saltò l’Australia. In autunno anche quello slot potrebbe diventare un problema per tenere cuciti i budget, ed alzare troppo l’asticella può creare parecchi problemi.