Il pilota transalpino prende subito la testa della gara e chiude la prima frazione a tutta terra con una decina di secondi su Rovanpera, la sua Polo conferma le impressioni di grande tenuta e la capacità di mettere a terra cavalli, con un Camilli veloce ma che a tratti è sembrato in controllo.
Nella prova spettacolo che da il via alle ostilità le Fabia ufficiali partono a razzo, ma la soddisfazione di mettere dietro i cugini di Hannover non gli riesce ed a battere il primo scratch è Camilli. Successo parziale che il Francese manda in replica altre due volte, andando a consolidare rapidamente la sua leadership. La Polo R5 dimostra quanto di buono ha fatto vedere nello shake down e sulla terra Iberica conferma la sua grande attitudine in tenuta con una trasmissione altrettanto efficace nella messa a terra. Anche se Camilli non ha incrementato più di tanto il suo vantaggio, in più di un’occasione ha dato l’impressione di giocare al gatto con i topi, come se volesse attendere l’asfalto che gli è più congeniale per dare il colpo di grazia alla gara. Quella di Eric è stata una gara veloce e regolare dove ha saputo sfruttare al meglio le doti della nuovissima Polo R5, ma la naturalezza del Francese impressiona perché arriva sulla terra una superficie dove in più di una gara non è sembrato a suo agio come sulle strade catramate. Lo scorso anno riuscì a chiudere il WRC2 al secondo posto, con una sola vittoria scratch in Germania e due secondi posti in Messico e Galles. Alle sue spalle a 11”.8 gli resta aggrappato con le unghie un mai domo Kalle Rovanpera in grande spolvero. Mentre una decina di secondi più in la Petter Solberg e Kopecky se le sono date di santa ragione per salire sul gradino basso del podio. La sfida tutta interna al gruppo Tedesco per il momento pende dalla parte del marchio Vw, che adesso dovrà confermare anche sull’asfalto le sue attitudini. A chiudere la top five ci pensa il padrone di casa Solans, finalmente a suo agio su una Fiesta in debito con la concorrenza ma non alla deriva come in molte altre gare. Ad impressionare è la lunga serie di stop che ha fermato otto delle venti WRC al via, nonostante una terra con un buon fondo e poche pietre.