CANARIE, ACCADEMIA ASFALTO

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Con il Sanremo fuori dal giro internazionale da nove anni, il Tour de Corse andato al palo dopo l’edizione 2019, la palma di università dell’asfalto nel WRC se la sono presa una tantum le speciali della bergamasca, ma nell’Europeo la palma dell’accademia dei fondi catramati se la tiene stretta il rally Islas Canaria, dove le linee si disegnano sulla strada e non sui tagli.

Un asfalto abrasivo, con porzioni sconnesse su un fondo vecchiotto, che però anno dopo anno, pezzo dopo pezzo propone sempre più tratti riasfaltati di recente è quanto propongono le canarie. Ma ne l’asfalto nuovo, un pezzo di guardrail in più qua e là, hanno cambiato le caratteristiche di una strada che alterna guidato veloce e lento, ma sempre incassato su una carreggiata tendenzialmente stretta dove non esistono i taglioni a cui molti rally ci hanno abituati. Le traiettorie da queste parti bisogna disegnarle tutte sull’asfalto, ed anche il punto di corda è sempre in strada, a meno di qualche scolo cementato dove non ci sono pietre, permetta qualche rarissimo punto di corda fuori carreggiata. L’asfalto vero quello che insegna a disegnare le linee più filanti e scorrevoli è proprio questo, lontano anni luce da quelle strade delle montagne di Zagabria in Croazia, oppure dai tracciati che tagliano i campi delle campagne di Ypres, dove vige la legge del taglione. In molte gare le corde sono sempre state in taglio, ma generalmente si trattava di agganciare lo scalino asfalto terra o poco di più. Oggi invece grazie alle gomme in molti tagli si passa fuori con tutta la vettura, ed a peggiorare questa stortura degli ultimi anni contribuiscono anche molte strade secondarie dove si allarga la carreggiata ma soprattutto le banchine. Le Canarie invece mantengono intatto il fascino dei nastri di asfalto incastonati tra costone e dirupo, dove si impara a sfruttare ogni centimetro di strada per dare velocità e fluidità alle proprie traiettorie, un esercizio che in molti dovrebbero tornare a fare.

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