La selezione Hyundai ha riportato di attualità uno dei temi che sono sempre stati alla base dei rally i programmi filiera. Quei monomarca che fanno sognare i ragazzini invogliandoli a correre dietro al miraggio di diventare un campione.
In Italia a fare discutere negli ultimi anni sono stati i programmi di promozione federali, quelli che volenti o nolenti oggi molte federazioni hanno cominciato a proporre, spesso con formule molto claudicanti. Ad eccezione di casi sempre più rari e che a fatica riescono a rinnovarsi ed essere attuali ed appetibili. Ma quello che oggi sono sempre meno presenti sono i programmi filiera delle case, troppo spesso lasciati in balia di se stessi a soccombere alle ragioni commerciali e con possibilità di sbocco ridotte ai minimi termini. Per una ragione oppure per un altra questi programmi si stanno spegnendo, troppo spesso rivisitati in maniera per fare cassa e basta, nessuno sembra più disposto a provare a rilanciare la sua immagine con un monomarca o una filiera capace di fare ritornare a sognare. Ed il mondiale ne è un triste esempio, a cominciare da M-Sport che era partita qualche anno fa con una formula allettante, ma alla fine concentrandola troppo su se stessa ha finto con il perdere rapidamente pezzi. Costi comunque importanti per un servizio comune non sono mai certo la soluzione per mantenere alto il numero dei partecipanti. La filiera c’è ma troppo spesso quando si arriva al WRC2 per non parlare di WRC (anche non plus) non si riesce a trovare un adeguata collocazione per non parlare di visibilità, perché troppo lunga e la lista dei clienti da soddisfare. Citroen con il passare degli anni si è persa per strada, un vero peccato al pensiero che con Loeb e Ogier ha creato due campioni in grado di monopolizzare quindici anni di mondiale. Due ragazzi che come chi inizia a correre non erano certi dei poveri in canna, ma che con le loro valigie non sarebbero certo andati molto avanti, figuriamoci oltre i confini nazionali. Un caso perché di campioni così non ne nascono tutti i giorni, ma dopo Lefebvre il resto è stato buttato nel dimenticatoio con programmi subappaltati al ribasso, meglio se oltrecortina per risparmiare anche sulla manodopera. Toyota per qualche anno non ha nulla da offrire ne tra le piccole ne tra le medie, o meglio c’è la tutta dietro di TMG ma dall’alto sembra che nessuno se la fili più di tanto. La casa Nipponica in passato ha sempre trascurato le piccoline, ed a meno che Makinen non riesca a fare cambiare l’orientamento sarà difficile attendersi qualcosa di interessante. Anni di assestamento che per Hyundai sono già passati, ed effettivamente qualcosina ha cominciato a prendere forma con la R5, ma alla base non c’è ancora una piccolina, ed anche la selezione fatta ora è un iniziativa interessante, i contorni a volte fumosi, ed il fatto che a tratti sembri lasciata in balia di se stessa, rischia di ridurne gli echi mediatici e gli effetti.