I mesi sono passati ma la commissione rally continua ad andare avanti con un progetto CIR 2019 con il Sardegna dentro, decisione discutibile con dei pro ma anche tanti contro, è però sempre più lampante che sull’altare di Alghero sia andranno ad immolare San Marino ed Adriatico, riducendo così la terra ad una sola gara.
Da quando è emersa la linea di fare entrare nel calendario CIR il Sardegna, ovvero l’appuntamento del mondiale Italiano, sono passati mesi, ma nonostante le perplessità di molti le cose sono andare avanti. Si potrebbe dire nella maniera peggiore, perché l’ipotesi che una delle due gare terra: San Marino oppure l’Adriatico, potesse saltare, con il passare dei giorni si è concretizzata per entrambe le gare, ed oggi anche se sul fronte calendari tutto tace sembra oramai sicuro che l’unica gara terra sarà proprio il Sardegna. Una gara anomala sia per la sua lunghezza che per la sua durezza, inoltre se ai concorrenti verrà lasciata come nell’Europeo al rally di Roma Capitale la possibilità di scegliere tra WRC2 (in questo nuovo caso) e partire in coda la gara tricolore risulterebbe nuovamente slegata. Comunque per il CIR è altissimo il rischio di essere fagocitato a livello di interesse mediatico dalla serie mondiale, come è già successo qualche anno fa. Una lezione che a quanto pare è passata nel dimenticatoio, ed i numerosi rimpasti nelle varie commissioni aiutano a diventare un fumoso ricordo legato a pagine semistrappate del passato. Ma lasciando da parte la pia illusione di fare correre in parallelo WRC e CIR agendo solamente sui calendari come a fine anni 90, se dal punto di vista del campionato nonostante la lunghezza del Sardegna è giusto evitare di ridurre il numero delle gare da otto a sette, che a saltare debbano essere le due gare terra lascia davvero perplessi. Anche perché questa espulsione non è per demeriti, ma ha un sapore politico di santi in paradiso che latitano. O meglio l’unica raccomandazione era quella di essere le due migliori prove tricolori sulla terra, disposte a mettere insieme un chilometraggio CIR, che su sterrato propone costi a coefficiente 1,5/2; a fronte di elenchi iscritti light. La terra per la sua storia e per la nostra tradizione è giusto abbia il suo spazio, a differenza di altri riteniamo sia abbastanza utopico pensare a un campionato 50/50, o meglio non si può ragionare solo con il cuore ed ignorare che le gare terra oggi sono molto poche e per esigenza commerciale a funzionare sono quelle più corte. Ma nelle otto gare tricolori due oppure tre ci stanno benissimo, anzi è giusto che ci siano in un ottica di propedeuticità del campionato. Ed invece nel 2019 il rischio di trovarci solo il Sardegna sta diventando realtà, ed il numero delle gare asfalto potrebbe passare da sei a sette. In pole per l’ingresso il Friuli, che a quanto pare ha fatto richiesta per tornare nella massima serie, ma in proposito al momento sono poche le indiscrezioni.