Il rally della Lana con l’aperitivo notturno sulle strade del santuario di Oropa conferma che il campionato cadetto nonostante il chilometraggio totale bloccato a quota cento, è quello più capace di fare esercizio di fantasia inserendo nel suo layout prove lunghe e speciali in notturna, a differenza della massima serie che resta ancorata agli schemi minimali.
La scorsa settimana a tenere banco è stata la massima serie con l’appuntamento romano valido anche per la serie continentale. Una gara che si è proposta con due speciali di una trentina di chilometri, le più lunghe della serie continentale che hanno dato un plus alla gara. Una scelta quella di Rendina controtendenza, che dimostra come spingendosi appena a margine degli schemi si possa dare un identità alla propria gara. Un esercizio che le gare del campionato italiano, per come sono andate sino ad oggi le cose, forse avrebbero anche contestato, se non ci fosse di mezzo il liberi tutti dell’ERC. Un club decisamente appiattito non sul rispetto delle regole, ma sul vigilare che qualcuno non faccia qualcosa in più per mettersi in evidenza. Un panorama abbastanza desolante se non fosse per il CIRA (la serie cadetta), pur restando confinata a quota cento chilometri ha proposto in tre gare su quattro delle varianti ai classicissimi tre per due, o tre per tre (speciali), inserendo speciali in notturna e proponendo sempre almeno una speciale di venti chilometri. Scelte in grado di dare una svolta sportiva alla gara, come è successo al rally Lana, con quei ventitré chilometri e mezzo in notturna. Oppure le speciali in notturna dell’Isola d’Elba, che unite alle due prove lunghe sono quasi sempre riuscite a dare una svolta alla gara. La pandemia ha elevato a fattore esponenziale l’appiattimento generale, ma l’esempio da seguire è proprio quello degli organizzatori del CIRA, che sono riusciti a mettersi in evidenza con appena cento chilometri di prova, se vogliamo seguendo le orme dell’international rally cup. Un doppio week end che dovrebbe dare da pensare ai nostri organi federali per dare più respiro alle gare tornando ad allargare le maglie, non stiamo parlando solo di chilometraggi ma di tutto il resto dal numero delle prove, a gare più o meno in linea ecc.. . Certamente dei paletti vanno fissati, ma già parlando di chilometraggi complessivi fa abbastanza sorridere la politica delle gabbie, prima erano i centocinquanta, poi sono stati cento (format pandemia) ed oggi sono i centoventi. Una quindicina di chilometri di tolleranza sia in positivo che in negativo darebbero a tutti la possibilità di personalizzare il loro prodotto. Se vogliamo una sorta di deroga, dove i chilometri non ripetuti ti consentono di accorciare il chilometraggio e l’inserimento di una speciale di trenta o giù di lì di allungare.