CIRT CIUFFI E BATTISTOLLI ULTIMA SFIDA

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Per Tommaso Ciuffi e Alberto Battistolli dalle strade bianche che circondano Cingoli è scattata l’ultima chiamata per il titolo venti ventiquattro, un ultimo round dove Tommaso si presenta avanti di due punti, troppo pochi per fare di conto e chi vince prende tutto.

L’Italiano terra si appresta a mandare in scena il suo ultimo atto sulle speciali marchigiane, delle colline attorno a Cingoli; una terra molto compatta e dura dove i due protagonisti Ciuffi e Battistolli risponderanno ad una last call dove chi vince prende tutto. La classifica del CIRT oggi vede in pole il pilota fiorentino, ma i due punti di vantaggio non gli permettono di fare calcoli, il suo obbiettivo è lo stesso del vicentino, fare saltare il banco o comunque raggiungere il traguardo davanti al suo avversario diretto. Con la rinuncia ad essere al via di Heikkila, restano matematicamente ancora in corsa Scandola e Oldrati, le loro speranze però sono ridotte al lumicino perché legate esclusivamente alle disgrazie delle due lepri, circostanze statisticamente improbabili. I due però potrebbero fare da ago della bilancia, in particolare il pilota veronese che all’Adriatico è stato capace di mettere tutti in riga e dopo la rinuncia al Vermentino ambirebbe ad inanellare un secondo successo. Pareggiando così il conto con le vittorie scratch ottenute da Heikkila. Un suo eventuale successo però non sposterebbe gli equilibri del campionato, perché tra i due contendenti, restando nell’ambito della top five, conta chi arriva prima dell’altro. L’anno passato nel terra Ciuffi era andato per ben quattro volte a podio, ma l’impressione gli mancasse ancora qualcosa era palpabile, una coscienza nei propri mezzi che è arrivata nella lotta campale al Val d’Orcia, dove è arrivato terzo ma ad appena 2”.4 da Zaldivar e ancora meno da Tempestini. Da quel momento ha iniziato a volare, ed anche se non è arrivato un successo scratch è stato autore di un campionato XXL. Battistolli invece ha disputato un campionato a corrente alternata, dove ha pagato alcune sbavature e l’adattamento agli nuovi pneumatici. Pur portando a casa tre podi consecutivi ha continuato a dare l’impressione di non essere l’Alby che si era portato a casa Liburna e Brunello. Almeno sino all’ultima speciale del Nuraghi, venti chilometri dove è tornato a guidare per vincere. Al Marche la gara più che in altre occasioni scatterà dalla qualifying, con un format tre per tre e solo due riordini buoni per invertire la starting list, ed il peso della posizione di partenza potrebbe rivelarsi determinante.

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