Kris Meeke dopo l’ennesima uscita di strada, ed ennessa scocca piegata, si vede messo alla porta dall’armata rossa, che dopo tanti attestati di fiducia lo caccia senza tanti complimenti e così dopo Duval, la scure di Citroen ritorna a punire i piloti.
Lo scorso anno era stato uno stop, o come l’avevano definita in Citroen una pausa di riflessione per ritrovare la giusta serenità. In realtà si trattava di una punizione bella e buona, dalla quale si sono innescate una serie di azioni che hanno riportato in ballo Tavares ed a ruota Loeb. Ma con qualche risultato buono i propositi si sono sopiti ed il braccino è ritornato ad accorciarsi così i gradi di capitano sono rimasti sulle spalle del Britannico. Ora però le numerose uscite, il rientro di un Ostberg pagante in Portogallo ma da voci di corridoio con qualche sconticino in più e la possibilità di vedere implementare il suo programma in base ai risultati è stata il preludio ad un licenziamento che forse qualcuno dall’alto stava già meditando. Certo Meeke in Portogallo ha collaborato rimediando un altra cannonata impressionante, ma vedere nello scarno comunicato che lo mette alla porta, parlare di sicurezza dell’equipaggio per le tante uscite di strada è semplicemente aberrante manco si stesse parlando di un suicida. Come se l’anteriore della C3 spiegazzato che ha sollevato molte polemiche fosse da attribuire al pilota, perché mette a repentaglio se stesso. Un capro espiatorio di una squadra sempre più allo sbando, ed in debito di ossigeno che ora forse potrebbe salvare qualche scocca in più ma sicuramente è un iniezione di ulteriore instabilità che mette ulteriore pressione ai suoi piloti, che visti i programmi a mezzo servizio e una certa mancanza di esperienza rischiano di perdere quel pizzico di serenità che ancora c’era in squadra. Almeno quando fu cacciato Duval, la prima guida era un solidissimo Loeb ed una squadra coesa e con le idee chiare.