CON L’ARGENTINA SI CAMBIA ROTTA

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Oramai da parecchi anni il calendario del WRC è diventato un affare limitato alle trattative economiche con il promotore, unica eccezione il ritorno del Safari dove si è speso Todt in persona. Il fatto che la prima proposta dell’era Ben Sulayem in tema di calendari, arrivi direttamente dal presidente e sia dare una priorità al ritorno dell’Argentina, lascia trasparire un netto cambio di rotta al timone FIA.

Nell’ultimo decennio il calendario del WRC è diventato un affaire esclusivamente economico, non che prima fossero rose e fiori, ma quanto meno c’era un certo equilibrio tra la FIA e le logiche esigenze politiche di una federazione internazionale e gli interessi economici legati alla promozione. Un equilibrio che è venuto meno oramai da una decina di anni, con un netto sbilanciamento a favore del promotore, con un mediatore come la commissione WRC appiattita sulle posizioni del promoter. Lasciando da parte le problematiche delle due ultime stagioni, travolte dalla pandemia, la gestione dei calendari è diventata una mezza farsa ad inseguire qualunque candidatura facesse luccicare qualcosa, anche quando si sapeva che erano soltanto paillettes; gare sparite nell’oblio dopo una sola edizione; candidature civetta in ogni dove pur di fingere che dietro alla porta ci sia la fila. Per non parlare delle bozze marchiate WRC che a cavallo tra il 2020 e il 2021 venivano sfornate un giorno sì e uno no per fare pressione sugli organizzatori. Se tutto questo cambierà non lo sappiamo, di sicuro il fatto che a parlare di Argentina come una priorità del WRC, per la sua storia e per la passione di una nazione è stato il nuovo presidente. Un chiaro segnale che la FIA vuole ritornare a giocare il suo ruolo centrale nelle faccende di sua competenza, quello che sempre più frequentemente è stato demandato in una sorta di svendita generale. Una presa di posizione che non vuole esautorare nessuno, perché nel suo impegno a riportare al più presto nel WRC l’america del sud ha sottolineato che dovranno seguire gli accordi commerciali. La firma di un contratto di promozione deve ritornare ad essere il passo seguente all’inserimento in un calendario. Anche se si tratta di un contratto con un soggetto terzo, le cifre devono essere chiare prima di andare al tavolo, ed una volta accettata una candidatura questa firma diventa una sorta di formalità. Ruoli che si stavano pericolosamente invertendo, lasciando sempre più spazi a trattative private riservate, un gioco che alla lunga rischia di diventare un boomerang.

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