CONTROLLO SPETTATORI

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I fatti del Condroz hanno riportato sugli altari delle cronache il problema sicurezza, zone vietate al pubblico e zone pubblico, un problema generalizzato che deve riuscire a trovare un equilibrio tra il liberi tutti ed un controllo attento alla sicurezza, ma votato a riportare il pubblico a bordo strada e non certo a vessare il pubblico.

Le immagini della classicissima di autunno del Belgio, ma conosciuta in tutta Europa come una delle due regine delle Ardenne, assieme alla Bouclé de Spa, in fatto di sicurezza punti interrogativi ne ha sempre sollevati più di uno. Se ad Ypres in versione WRC il pubblico viene tenuto a decine di metri dal bordo strada, nelle altre gare vedi il Condroz le distanze dimezzano, e spesso troviamo persone a bordo strada su fondi estremamente sporchi e scivolosi. Per non parlare delle zone vietate a cui non si dovrebbe accedere e basta, anche perché se si vuole avere un controllo adeguato del pubblico le aree a questo dedicato devono essere facilmente fruibili e comunque dovrebbero proporre dei percorsi adeguatamente indicati, e percorribili lontani dalla sede stradale. Problemi che sono comuni in tutta Europa (giusto per non generalizzare parlando dell’intero globo), Italia compresa. Il controllo sul pubblico è un punto sul quale è vitale iniziare a lavorare seriamente, ed a 360°, a cominciare dalla sicurezza. Visti i costi che propone è quasi impossibile pensare di farcela senza andare verso zone pubblico a pagamento, ma queste dovranno essere un incentivo per portare nuovi spettatori a vedere le gare dal vivo, quindi avere tutti i servizi del caso. A cominciare da parcheggi adeguati, percorsi facilitati, e quelle infrastrutture come bidoni per la raccolta rifiuti, servizi igienici ecc… Il pubblico deve tornare ad essere coinvolto, fa sorridere chi pensa di chiudere un’accesso e fare cassa, come dall’altra chi si rivolta alla sola idea di pagare e parla del pubblico come priorità per avere degli sponsor. Oggi gli organizzatori faticano sempre di più a trovare dei partner commerciali, e nessuno però fa niente per riavvicinare il pubblico perso in questi ultimi venti anni. Il caso del Condroz è quello di una gara che da sempre è stata a pagamento, non a caso in tutti quei paesi dove il pubblico garantisce gettito nelle due stagioni del Covid sono moltissime le gare che hanno deciso di passare la mano perché obbligate ad andare in scena a porte chiuse. Ma come nell’Europa del sud ci si aggrappa al passato del tutto free, da quelle parti troppo spesso superati i controlli dei biglietti agli accessi di servizi nemmeno l’ombra, ed a bordo strada è una jungla come in molte gare nostrane. Il controllo del pubblico e delle speciali volenti o nolenti sarà la priorità dei prossimi anni. Quando si parla di una disciplina a rischio estinzione perché è iniziata la transizione verso l’ibrido, e l’elettrico, se non si daranno delle risposte adeguate alla sicurezza e per riportare un pubblico degno nei numeri di questo nome, l’estinzione rischia di arrivare prima che la transizione si sia conclusa.

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