Dopo avere cancellato i quattro punti di Ogier con la penalità di 10″ per avere toccato le barriere della chicane posta nel finale della power stage, la polemica continua M-Sport va in appello, ma giuridicamente ad offrire una scappatoia al Francese è la stessa Fia che in fatto di rallentamenti artificiali non ha una regolamentazione adeguata.
Essendo i regolamenti la legge che amministra la sportività di una gara, l’argomento andrebbe trattato in maniera decisamente più seria dalla FIA, che ostinatamente continua a perseverare nel non correggere i propri errori ed in alcuni casi come nel caso di Ogier sembra applicare certe regole con troppa discrezionalità. Partendo dal dato certo che infrazione c’è stata, che questa possa avere procurato un vantaggio anche minimo di un decimo o due poco conta. Come per la partenza anticipata sono stati applicati i canonici 10″, un bello schiaffo che porta via ad Ogier quattro punti iridati, ma lascia ferma la classifica senza provocare grandi scandali. Se la legge è uguale per tutti sarebbe toccato anche a Neuville che nel primo passaggio ci è andato più pesante di Ogier, ma questo è solo un principio di equità che non alleggerisce la posizione di chi ha commesso l’infrazione. Una decisone incontestabile anche se ha un pò il sapore del regolamento di conti, d’altronde in passato è successo ben di peggio, in un Australia di tanti anni fa un tale Carlos Sainz fu rispedito a casa per un infrazione, anche in quel caso cercata con la lente di ingrandimento. Ma a dare un spiraglio importante al ricorso di M-Sport è la chicane stessa, che dai fotogrammi dei camera car risulta posizionata in maniera diversa tra un passaggio e l’altro. Nessun dolo ma trattandosi di un mondiale fare un segno sull’asfalto, come per i birilli di uno slalom ci sembrava debito e non è stato fatto. Ed a livello legale la cosa ci sembra ben più rilevante di non avere letto i diritti ad un arrestato. Inoltre è più evidente che mai una voragine regolamentare, con la Fia che ha intrapreso una crociata contro le medie orarie elevate e dall’altra parte organizzatori dai budget milionari che ricorrono a rallentamenti artificiali da gimkana di paese. A parte quel rallentamento specifico che non aveva ragione di essere, sarebbe veramente ora di finirla con questi placebo. Se alla Fia vanno bene queste soluzioni artificiali ha da regolamentarle con barriere inamovibili, ed attenzione questo significa un bel no anche alle rotoballe, che in più di un occasione sono già state colpite, spostate e non più riposizionate. Se da un lato è comprensibile la difficile posizione del legislatore, molto meno comprendiamo l’immobilismo anche perché i buchi regolamentari sono parecchi ed ogni volta che ci si muove ne escono di nuovi.