La Croazia prima, ed in questi giorni l’Estonia hanno messo sul tavolo del mondiale due gare decisamente basiche, con il minimo dei chilometri sindacabile come se entrambe si preparassero a passare la mano, pronte a cedere il loro slot WRC 2024, dove a livello europeo la lotta per un posto in calendario è decisamente serrata.
La gara di Zagabria nelle edizioni precedenti ha disegnato il suo percorso rispettando i minimi richiesti dal regolamento FIA, e lo ha fatto anche nel suo terzo anno all’interno del WRC, una terza edizione dove si presenta con venti speciali spalmate su trecento uno chilometri. Un edizione quella che ci stiamo preparando a vivere dove nel pregara si è respira un aria strana, come se la loro presenza nel mondiale fosse legata ad un filo. Esattamente come l’Estonia, dopo tre edizioni nel WRC, le ultime due con un tracciato attorno i trecento quindici chilometri, la gara di Tartu di chilometri in cantiere ne ha messi trecento, evitando accuratamente di abbondare. Nella repubblica baltica l’impressione di essere in fase di smobilitazione, non si respira solamente nell’aria, ma anche da alcune battute sfuggite agli organizzatori nei primi mesi di quest’anno, dove si mormora di un passo indietro nel prossimo biennio (2024 – 2025). Alla base di questo ci sarebbe l’ingresso nel WRC 2024 della Lettonia, gli Estoni stanno così pensando ad un ritorno nell’ERC, una sorta di accettazione dell’interpretazione dell’ERC data dalla WRC Promoter, come Euro parcheggio del mondiale. Sul piatto è stata messa la problematica convivenza tra Finlandia, Estonia e Lettonia, viste le loro similitudini; anche se nel caso delle repubbliche Baltiche a pesare in maniera importante ci sono soprattutto anche i budget richiesti dal WRC. Trattandosi nella maggioranza di fondi pubblici, confermarli per tanti anni consecutivamente, in quelle micro repubbliche, può rappresentare un problema. Problemi simili in queste stagioni sono emersi anche in Croazia, ma in questo caso bisogna tenere conto degli slot asfalto, con l’ingresso dell’Europa Centrale, e dall’altra una Catalunya messa fuori ma che sta spingendo a mille per ritrovare il suo posto fisso nel WRC. In questo caso la WRC Promoter potrebbe tentare una partita al rialzo, mettendo in concorrenza più soggetti, anche se in realtà la partita asfalto ad oggi mancano ancora molte risposte, in particolare dal tre nazioni.