La Croazia ha proposto una seconda edizione WRC all’altezza della situazione, ricca di contenuti sportivi e con la variabile pioggia si sono moltiplicati i colpi di scena, ma gli organizzatori guardano al futuro con idee a dire poco rivoluzionarie come proporre un percorso differente ogni stagione.
I proclami bellicosi a rally appena finito lasciano spesso il tempo che trovano, come non dimenticare proprio al Croazia 2021 l’annuncio a fine gara di una promozione a pieni voti; effettivamente la gara aveva superato tutti gli esami, ma il via libera definitivo alla gara è arrivato molto più in là quando si è concluso l’immancabile tira e molla finanziario con il WRC Promoter. Questa volta però i croati, rinfrancati dalla sicurezza dei budget per le prossime edizioni sono andati oltre, e si è cominciato a ventilare la possibilità di proporre un percorso completamente inedito da un’edizione all’altra. Cambiando soprattutto la località di partenza che per la Croazia sarebbe una grande opportunità, viste le numerose mete turistiche che si affacciano sull’adriatico. Nei piani di Daniel Saskin ci sarebbe l’idea di creare una sorta di gara itinerante, in grado di diventare un evento unico per il WRC e per la Croazia, amplificando così il megafono mediatico di un evento che diventerebbe sempre più nazionale. Un’idea rivoluzionaria a cui va dato merito ad un’organizzazione giovane di non avere avuto timori nel proporla, perché sicuramente poco gradita a promotore ed alle squadre del mondiale, oramai da anni poco propense a cambiamenti logistici. Dal punto di vista pratico si tratterebbe di un cambiamento epocale, negli ultimi venticinque anni il mondiale ha continuato a restringere il raggio di azione dei suoi eventi, mentre questo sarebbe un passo avanti ma con lo spirito dei rally di una volta, ritornare ad avere dei grandi eventi nazionali e non provinciali.