DAKAR RESISTENZA A OLTRANZA

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Le vicende della Dakar 2021 nell’ultimo mese sono state un’escalation di alti e bassi, ma la volontà dell’ASO è riuscita a piegare anche la legge della politica internazionale superando il blocco delle frontiere dichiarato in Arabia Saudita e sia pure con qualche difficoltà i concorrenti si stanno imbarcando per l’Arabia Saudita.

Che non sarebbe stata un’edizione facile lo si sapeva già in estate, raggiungere il primo bivacco simbolico della manifestazione, al porto di Marsiglia, per l’imbarco dei mezzi verso Jedda, con tutte le restrizioni e divieti di circolazione presenti in Europa è stata una mezza impresa. Ma tanto per dimostrare che non c’è mai un limite al fondo, dopo il panico da variante Inglese del Covid-19, è arrivato il blocco delle frontiere e dei voli per l’Arabia Saudita. Un colpo durissimo al quale i Francesi di ASO hanno saputo reagire in maniera rapida, ed efficiente, riuscendo ad ottenere un visto speciale Dakar oltre ad organizzare una serie di charter per portare a Jedda l’intera carovana della Dakar, organizzazione, stampa, meccanici, addetti ai lavori e concorrenti. Lo staff di ASO è stato il primo a raggiungere l’Arabia ed ora stanno cominciando ad arrivare le squadre, tutti sottoposti ad uno stretto protocollo di controllo con test in partenza ed in ingresso con relativi isolamenti. Oramai mancano due giorni al 30 dicembre, quando verrà consentito l’accesso a squadre e piloti alla banchina del porto dove circa dieci giorni fa sono sbarcati i mezzi gara, ed assistenza, dal cargo partito da Marsiglia. Un trasferimento semi-blindato alla città dello sport di Jedda dove a partire dal primo gennaio inizieranno le verifiche tecnico amministrative. Quella di ASO è un’impresa che ha dell’incredibile, per reattività e capacità di mediazione tra sport, politica e territorio, un risultato che in quasi un anno di pandemia nessun’altra manifestazione è riuscita a portare a casa.

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