Il Rally del Portogallo è il terzo appuntamento iridato della stagione WRC2 di Roberto Daprà, il portacolori dell’ACI Team Italia sembra avere memorizzato il manuale dell’apprendista perfetto, sempre in sicurezza ha tenuto per tutta la gara un passo buono senza mai cadere in tentazione ed a fine gara si porta a casa la nona piazza nel WRC2.
Riportare la classifica finale di Roberto Daprà è dovuto perché un sedicesimo assoluto, nono di WRC2 e ottavo del WRC2 Challenger sono risultati per i quali in questi ultimi anni di magra ci possiamo a leccare i baffi. Invece nel suo caso particolare è un semplice esercizio di cronaca, il trentino esattamente come ha fatto a Montecarlo, ed a Zagabria si è limitato a correre su un passo discreto ma senza eccessi, fedele al suo primo obbiettivo macinare chilometri e basta, per dimostrare qualcosa ci sarà tempo nelle prossime stagioni. Nel primo giro del venerdì mattina è partito prendendo con le pinze tutte le speciali, nella replica invece è cominciato a sciogliersi, ed anche senza mai un esagerazione ha rimontato una decina di posizioni portandosi in tredicesima posizione. Nella tappa di Amarante è partito in scioltezza, mettendo con un piccolo plus in più nel suo passo ha saltato tutti i portoghesi, ed uno di questi è l’inossidabile Armindo Araujo, un buon termine di confronto soprattutto sulle sue speciali di casa. Alla fine del sabato davanti aveva nove piloti, giovani e meno giovani, ma tutti con una grande esperienza di mondiale, e con più gare al volante di una rally2 rispetto a Roberto. Un bel passo che ha confermato anche sulla tappa della domenica nella regione di Fafe, strade che ha imparato a conoscere nell’Europeo, esperienza che poteva spingerlo a osare qualcosina in più, ed invece non si è mai lasciato prendere la mano. Il ventitreenne alfiere dell’ACI Team Italia sta dimostrando di avere una dote rara per quell’età, la capacita di correre sul passo con una regolarità impressionante, ed al tempo stesso avere una grandissima solidità mentale. A tratti sembra di rivedere quel ragazzino appena ventenne che sulle strade dell’ERC era partito per fare esperienza e dopo un anno da studente diligente è letteralmente esploso, conquistando l’ERC4 e sfiorando il successo nello Junior ERC. Poco significativo il ritardo, rimediato per una buona metà nella prima tappa della gara, per una partenza affrontata con tutte le cautele del caso. Ma a dare un idea di quanto fossero selettivi tracciati e fondi bastano due numeri; trentasette il numero degli iscritti al WRC2 alla partenza, a fronte di sedici arrivati, meno della metà.