DE TOMMASO FA IL ROX: BIS CHE SA DI FUGA

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Il campioncino lombardo a bordo di una Skoda Fabia di Munaretto – foto Mattia Bonfanti – furoreggia a Piancavallo, confermando che il successo dell’Appennino Reggiano non è stato un fuoco di paglia. Out Porro e Sossella, il secondo podio dell’IRCup 2019 accoglie le altre Fabia di Di Benedetto e Re. Bene il locale Zannier, quarto assoluto all’esordio sulla stessa vettura ceca. Rovatti svetta nel trofeo Peugeot 208, Lanteri in quello Twingo R1, il nazionale va ad Arzà (Fabia), lo storico alla 037 di Finati.

 Una vittoria in stile Rox, sulle strade del Rox. Al Piancavallo, sulle prove di casa di Luca Rossetti, Damiano De Tommaso vince alla Rox: dominando. Con una supremazia spietata sino a sconfinare nell’imbarazzante, fatta di una sicurezza, un’autorità, una lucidità ed una naturalezza disarmanti. Il Piancavallo, insomma, mette in chiaro come l’IRCup del dopo Rox abbia nel varesino il più accreditato (e credibile) candidato alla successione del campione di Pordenone.

La storia del secondo atto dell’IRCup 2019 è presto narrata: De Tommaso e Giorgia Ascalone (sempre su Skoda Fabia R5 by Munaretto) partono forte e, di fatto, salutano subito la compagnia. Dietro, quando va bene, gli altri annaspano incassando manciate di secondi, ma c’è anche chi perde la bussola finendo per naufragare, sopraffatto dalle pessime condizioni meteo e dall’uragano-Damiano: in particolare, fa notizia la resa di Paolo Porro e Manuel Sossella, ovvero i due più accreditati rivali di De Tommaso. Il primo schianta la propria Fiesta WRC all’inizio della quarta prova speciale, l’ultima del sabato, in notturna e flagellata da pioggia e nebbia; il secondo – ex campione della serie ed all’esordio stagionale – alza bandiera bianca dopo aver perso un’eternità a causa di una scelta di pneumatici che definire errata è un generoso eufemismo. Ritiri che lasciano lividi sul morale dei piloti e consentono a De Tommaso non solo d’involarsi verso il due-a-zero, ma anche di allungare decisamente in classifica (109 i punti in cascina, con un rassicurante +39 su Alex Re, mentre Porro è già precipitato a 61 punti di distacco e Sossella, ovviamente, resta malinconicamente al palo).

Fuori gioco le WRC di punta, tocca alle Fabia l’ingrato compito di provare a tenere in un qualche modo il passo del Rox in erba; la cosa riesce più a Di Benedetto che a Re, ma i tre scratch collezionati dal pur ispiratisssimo siciliano hanno il sapore delle briciole lasciate dal padrone della gara, impegnato a gestire da metà gara l’ampio tesoretto cronografico accumulato. All’esperto Di Benedetto ed al rigenerato lariano, apparso più incisivo rispetto all’opaco esordio reggiano, non resta così che sfidarsi per l’argento: alla fine la spuntano Di Benedetto-Longo (staccati di 25” da De Tommaso), con 8” su Re-Turati. Dietro, il vuoto: la quarta posizione è per il miglior equipaggio locale, Zannier-Marcuzzi, davvero molto bravo nella loro gara d’esordio sulla Fabia, ma pur sempre staccato di poco meno di due minuti da Re. Ad altri 25” dai friulani ecco i regolari passisti Gentilini-Zanchetta (Fiesta WRC), mentre al sesto posto chiudono, a quasi cinque minuti dal vincitore, Tosi-Del Barba (Fabia R5); con questo piazzamento, i reggiani conservano il terzo posto in classifica (65 punti), a quattro lunghezze da Re Jr.

Settima posizione finale per Roncoroni-Brusadelli (Fabia R5), con a seguire gli altri locali Babuin-Spinazzè (Fiesta WRC) e Prosdocimo-Zanet (Favbia R5), mentre la decima posizione assoluta accoglie i primattori delle due ruote motrici nonché vincitori di tappa del trofeo Peugeot 208 Rally Cup Pro, ovvero Rovatti-Cavicchi, imprendibili lepri in R2B. L’altro trofeo abbinato all’IRCup, il Twingo R1 Internazionale, vede svettare i due Lanteri; il rally Nazionale è un assolo della Fabia di Arzà-Manfredi, ma Cresciutti-Crosilla reggono bene e meritano applause alla pari del transalpino Audirac, brillante terzo con una meno potente Peugeot 207 S2000. La gara storica premia infine la Lancia 037 di Finati-Codotto davanti alla Bmw M3 del battagliero Andrea Romano ed alla Porsche 911 dell’ultrasettantenne tedesco Michael Stoscheck.

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