DE VILIERS SE LA CAVA CON ..

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Graziato nella prima tappa con cinque minuti di penalità per avere toccato il biker Zuraman, decisione che non era né carne né pesce, nel caso della KTM del marocchino Ali Oukerbouch la penalità è stata di ben cinque ore, ma l’avere danneggiato la moto è quasi secondario rispetto ad avere ammessso di avere il sistema “Sentinel” disattivato.

Una Dakar da dimenticare per Ginel De Villiers che nelle prime due tappe per ben due volte ha toccato moto e motociclisti nel corso delle speciali cronometrate, mette una volta di più l’accento sulla difficoltà per fare convivere in una speciale auto e moto. Imporre delle regole di rispetto e mutuo soccorso tra concorrenti, come in una gara tra gentleman dove il cronometro è un di più, ignorando volontariamente il fatto che si è in una gara dove ci sono piloti super pagati, case ufficiali e si paga anche l’aria che si respira il fair play e il mutuo soccorso sono un’utopia. Nel primo caso che già aveva fatto indignare molti diciamo che da entrambe le parti il comportamento è stato condizionato da una scarsa lucidità di entrambi. Il biker fermo in un passaggio molto stretto, Ginel indeciso tra il passo e non passo che quasi da fermo lo spinge a terra. A quel punto Zuraman si fa da parte e gli segnala come andare avanti senza toccare la moto, fermarsi o non fermarsi dopo avere passato il concorrente per sincerarsi delle condizioni che evidentemente erano buone non cambiava nulla. Incomprensibili però i cinque minuti che in una dakar sono meno di una tirata di orecchie, o si ammetteva un concorso di colpa e a quel punto lo si ammoniva, annotando sul suo cartellino una situazione dubbia. Oppure se lo si riteneva colpevole di un’azione palesemente scorretta i quindici, venti minuti, in una dakar sono il minimo sindacabile. Nella seconda tappa però non ci sono scusanti, non tanto per l’incidente in sé, che fortunatamente ha provocato solamente danni materiali, quanto per avere il “Sentinel” (il sistema che avverte di una situazione di pericolo contatto, fondamentale nelle dune) staccato. Cinque ore di penalità sono sufficienti a mettere il sudafricano fuori dalla top ten, ma ammettere di non avere udito il Sentinel, probabilmente staccato dal navigatore inavvertitamente resta un comportamento ingiustificabile, da cartellino rosso. Poco conta se Toyota Sudafrica è intervenuta economicamente per pagare i danni subiti dalla moto, oltre a pagare a Ali Oukerbouch l’iscrizione alla Dakar 2023. La decisione, in una gara dove il collegio sportivo in più di un’occasione ha dimostrato un’autonomia limitata, ha il sapore di una giustizia addomesticata visto che De Viliers è il tramite di Toyota. Ginel pilota sulla soglia dei cinquanta, con diciotto Dakar sulle spalle pur affermando di non essersi accorto di essere passato sulla moto, a quel punto non può non essersi accorto del “Sentinel staccato e li avrebbe dovuto fare ben di più di controllare dagli specchietti, se non altro per tentare di evitare l’apertura di una indagine.   

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