Il week end in terra Sarda è partito con uno Shake down da copione dove nessuno dei big ha calato le sue carte, a parte le Hyundai che hanno mostrato i muscoli, ma in Sardegna sotto i riflettori per la loro tesi di esame sono in tre Ogier, Lappi e Mikkelsen.
Quattro vincitori diversi e due che si sono presi il gusto di assaporare il bis, ma in realtà il mondiale 2017 propone nuove e differenti sfide ad ogni appuntamento. In Sardegna si attacca la boa di metà percorso e la strambate che propone è una sorta di prova di esami per tre equipaggi. La tesi principale è quella di sua maestà Ogier, in Portogallo è riuscito con una vettura impeccabile a scardinare l’armata Coreana, che ad Alghero ha già promesso battaglia sin dallo shake down. Ma su delle prove dure come quelle Sarde la sua capacità tattica di leggere la gara potrebbe fare la differenza sulla performance pura. Ed in un momento chiave del campionato potrebbe dare una svolta decisiva. L’altra tesi di laurea la scenderà Lappi in Toyota, in Portogallo è stato studente modello velocino ma senza eccessi, una gara in crescendo con qualche bel tempo nel finale. In Sardegna nessuno, men che meno nel suo team, gli chiede qualcosa ma in una gara così dura se riesce a partire con un buon passo, senza strafare potrebbe trovarsi presto nelle parti alte delle classifiche, ed a quel punto qualcosina potrebbe metterlo in mostra proprio su queste speciali. Terzo osservato speciale, obbligatoriamente Mikkelsen, tutti nessuno escluso dopo il boom mediatico della sua presenza, per ora una tantum, in Citroen hanno buttato acqua sul fuoco. Ma avere accettato la proposta Citroen volenti o nolenti ha caricato di responsabilità il Norvegese, che in più dalla sua ha un ordine di partenza estremamente favorevole. In pratica è obbligato ad un risultato pesante, oltre a non sbagliare. Che un pilota del suo calibro sia a piedi è quasi inconcepibile, ed a forza di parlare ci si è dimenticati che fortissimo non è comunque il sinonimo di Ogier.