Un’altra tappa memorabile, di un Safari di altri tempi, a rendere dure al limite dell’impossibile le piste è stata la pioggia, negli anni passati temporali e scrosci non sono mancati ma speciali intere trasformate in fangaie sono qualcosa di mai visto. Svarioni, rotture e forature hanno colpito l’intero plotone ma Evans è riuscito limitare i danni ed ha lasciato Tanak a due minuti.
La stagione delle piogge che l’anno passato ha graziato il Safari, questa volta sia pure senza esagerare ha buttato giù un bel po’ di acqua tra la notte e il pomeriggio, trasformando speciali difficili ed impegnative in qualcosa al limite dell’impossibile. Condizioni dove negli anni passati abbiamo imparato ad apprezzare le doti di cacciatore di trazione di Rovanpera, e questa mattina i più erano pronti a scommettere sul giovane Finlandese. Ed invece è stata l’ennesima giornata infernale, dove anche se fiamme e calore non hanno acceso la giornata, ad uscirne ad ali spiegate con l’urlo terrificante del quattro cilindri della sua GR Yaris è stato il dragone gallese, una o due spanne sopra tutti. Le gare si concludono solamente all’arrivo, una verità che in molti amano ricordare a tutti quando succede qualcosa nelle speciali finali, ma in realtà quando ci sono dei vantaggi importanti (possono essere minuti ma anche i venti secondi nelle gare più veloci) è giusto parlare di ipoteche, il resto è gufare l’imponderabile, che può sempre succedere ma non è la realtà. A questo Safari invece è davvero impossibile parlare di ipoteche, ogni metro di speciale può essere quello che ti tradisce, ed anche i quasi due minuti di vantaggio possono vanificarsi in un battere di ciglia. Non tanto per una questione di guida esagerata, in particolare per un pilota del talento di Evans che ha guidato in modalità controllo dà inizio pomeriggio. Prima marcando stretto Kalle, lasciandolo andare ma chiudendo appena il distacco tendeva ad allargarsi, e poi cercando di marcare le Hyundai con un passo decisamente accorciato, mettendo in preventivo visti i tre minuti di vantaggio di concedere mezze minutate, vuoi per non rischiare vuoi perché dove la pioggia continuava a cadere, condizioni e trazione peggioravano. Il vero sconfitto della giornata è proprio Rovanpera, il mattino rimedia due forature e nel pomeriggio rompe un bracco della sospensione posteriore, ed a fine giornata il suo conto sale a sei minuti e scivola al fondo della top five. Ad ereditare la piazza d’onore è la i20 N di Tanak anche lui vittima di forature e noie varie, il suo ritardo arriva a sfiorare i tre minuti, ma nel finale riesce a riportarsi ad un paio di minuti dal leader della gara. Nettamente più staccato Neuville costretto pronti via a sostituire una gomma, un distacco il suo che continua ad allargarsi e a fine giornata supera i quattro minuti e mezzo. Katsuta vola nelle speciali del mattino, ma il passo è al limite e nel secondo giro tra forature e divagazioni varie deve cedere il podio a Neuville sulla dirittura di arrivo.