C’era una volta mamma Lancia con la sua lunga sfilza di campioni e campioncini, seguita a ruota dalla generazione degli eredi Liatti, Aghini ed il nipotino Gigietto. Poi il vuoto, ma negli ultimi anni il WRC2 è tornato ad accendere l’orgoglio nazionale nella prova mondiale di casa, con Ucci, poi con Umbi, ed ora è arrivato il turno di Andolfi.
Negli ultimi anni in Sardegna ad accendere il tifo di casa Italia sono stati i protagonisti del tricolore prima Ucci con un indimenticabile duello finale sul filo dei secondi per il successo del WRC2 con la Fiesta di Protasov. Lo scorso anno è stato il turno di Scandola, il Veronese purtroppo non è arrivato al traguardo ma con una prima tappa esplosiva ha incantato tutti, lasciandosi alle spalle Suninen e le Skoda gemelle ufficiali capitanate da Esapekka Lappi. Poi nella seconda frazione prima una foratura e poi il cedimento del radiatore lo hanno fatto capitolare, ma quella tappa ha lasciato il segno molto più di quanto avrebbe fatto concludendo la gara a margine del podio oppure nella top five. Quest’anno anche se le previsioni non sono di quelle esaltanti, qualcuno capace di continuare a farci sognare c’è e si chiama Fabio Andolfi. Certamente se fosse riuscito a partire in Corsica sia lui che il team potrebbero contare su qualche chilometro in più di feeling, ma il Portogallo comunque di segnali positivi sulla terra ne ha evidenziati più di uno. Dimostrando di avere il colpo in canna nonostante il passaggio di classe, con tutti gli ordini e le pressioni del caso cercare di non fare danni, portare la vettura al traguardo ecc.. c’è da sperare che chi tiene le briglie gli dia i giusti spazi e fosse anche solo per mezza tappa il suo sarebbe il sogno più bello, perché con un orizzonte tutta da scoprire.