Il campionato europeo fa tappa sulla Serras de Fafe, sulle speciali che hanno scritto la storia dei rally, ed a trionfare a pochi giorni dal successo nelle Azzorre è stata la Fabia di Mikkelsen, ma in una gara resa durissima da nebbia, pioggia e fango nella prima tappa finalmente la pattuglia tricolore è riuscita a farsi notare, con un Tempestini XXL.
Una gara che il meteo ha condizionato in maniera pesante, come sulle colline che dominano Fafe non succedeva da quando la gara lusitana era a calendario a cavallo tra inverno e primavera. Fango, pioggia e nebbia hanno disseminato trabocchetti ovunque ed a riuscire a superarli tutti è stato un Mikkelsen che esattamente come alle Azzorre è riuscito ad adeguare il suo passo alle condizioni della strada, inciampando solamente in una foratura sulla quarta speciale. Ma anche i suoi avversari Sordo e Lukyanuk hanno dovuto pagare dazio, con lo Spagnolo che prima fora ma poi va gambe all’aria. Mentre lo scontro con Lukyanuk infiamma la prima parte della seconda tappa, ma il cedimento dell’idroguida obbliga il Russo a mollare la presa, un’emorragia di secondi lunga quattro speciali, che però non basta al portoghese Araùjo per scalzare dalla piazza d’onore Lukyanuk. La nota più significativa che è arrivata dal Portogallo, almeno per il movimento nostrano, è stato un lampo che nelle fasi iniziali della gara non è passato inosservato. Iniziando da una prestazione stratosferica di Tempestini, nelle ultime gare internazionali la sua stella sembrava essersi appannata, ma sulla terra di Fafe è ritornato a graffiare come qualche anno fa, battendosi alla pari con Sordo, Mikkelsen e Lukyanuk. Purtroppo, un problema meccanico alla fine della prima frazione lo ha obbligato ad alzare bandiera bianca. Anche se qualche secondo più indietro sono tornati a macinare tempi più consoni al loro valore Campedelli e Scandola; il portacolori MRF si è presentato al service di metà giornata del sabato in quinta posizione, con alle spalle, in ottava posizione, ad una manciata di secondi il pilota Veronese. A fermare la corsa di Campedelli è stato un calo di potenza, mentre a stoppare Scandola è stato un semiasse. Ma nonostante una classifica compromessa dalle penalità del rally2 nella seconda tappa hanno continuato a macinare prestazioni costantemente all’interno della top ten, ed anche nei cinque.