Il pilota fiorentino mette in carniere il suo tredicesimo successo sulle rampe del Trofeo Fagioli, un altro successo cristallino che va a chiudere il discorso tricolore e consegna a Simone Faggioli la sedicesima corona CIVM.
Alla cinquantasettesima edizione del trofeo Luigi Fagioli la lotta per il successo non ha fatto altre che confermare lo strapotere della Norma M20 FC Zaitek del campionissimo toscano. La classica prova di forza di Super Simo, iniziata nelle due salite libere del sabato con Faggioli che fa la voce grossa e si lascia tutti alle spalle. Uno strapotere confermato nei due round che fanno classifica, con due potenti tirate lascia il primo dei suoi avversari ad otto secondi e va a prendersi il nono successo stagionale nel CIVM, chiudendo la pratica tricolore con due gare di anticipo. L’uomo dei record mette così la sua firma sul sedicesimo titolo nazionale, vincendo per la tredicesima volta la classicissima che da Gubbio porta al valico di Madonna della Cima. Alle sue spalle in entrambe le salite l’Osella PA 2000 Turbo di Luigi Fazzino si prende la piazza d’onore, mettendosi alle spalle l’Osella FA 30 di Degasperi. A chiudere la top five troviamo le Nova Proto NP 01di Francesco Conticelli e Samuele Cassibba. Tra le carrozzate a fare la voce grossa sono ancora le GT con la BMW Z4 di Iacoangeli che si mette alle spalle la Ferrari 488 Challenge di Lucio Peruggini. Ad una manciata di decimi dal secondo gradino del podio troviamo Giuseppe Aragona e la sua Volkswagen Golf MK7 che si prendono il primato della classe E1. Tra le Silhouette un problema al cambio ferma al palo l’Alfa Romeo C4 by Picchio di Gabrielli, ad imporsi è la Fiat X 1/9 Gianluca Ticci che precede l’Alfa C4 di Gramenzi. Il gruppo A si conferma feudo del Bolzanino Rudi Bicciato, mentre nel gruppo N Mercati con una rimonta nella seconda manche salta per pochi decimi la Mitsu di Gabriella Pedroni. Nella Racing Start Cup a mettere tutti dietro è la Seat Leon Cup di Angelo Marino, a dettare il passo nella RS Plus e RS sono invece le BMW Mini Cooper rispettivamente di Giacomo Luzzi e Oronzo Montanaro.
