La curva pandemica di questi giorni ha portato di DPCM in DPCM molti sport a chiudere provvisoriamente i battenti, le corse automobilistiche su strada grazie ad un protocollo scrupoloso, ed al lavoro sotterraneo della federazione che va avanti sono state tutelate alla stessa maniera degli sport più blasonati ma la crisi sanitaria comincia a creare delle complicazioni pratiche che vanno a complicare la vita degli organizzatori.
I decreti della presidenza del consiglio che oramai ci stanno regolando la vita da fine febbraio, con il ritorno di fiamma del virus hanno riportato l’Italia indietro di qualche mese, ed a pagarne il prezzo è in particolare il mondo dello sport dilettantistico. La cosa per il momento non ha toccato il mondo degli sport agonistici ed oggi ACI Sport in un suo comunicato ha chiarito che saranno autorizzati: “eventi e competizioni riguardanti gli sport individuali o di squadra riconosciuti di interesse nazionale e regionale dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, CONI, dal Comitato Italiano Paralimpico, CIP, e dalle rispettive Federazioni Sportive Nazionali”. Una lista che si fa sempre più ristretta, ed esserci dentro con entrambi i piedi, non è certo un caso o il riconoscimento alle discipline automobilistiche, ma il frutto di un lungo lavoro di tessitura politica portata avanti in questi mesi dai vertici federali. I problemi che però ha cominciato ad obbligare qualche gara a gettare la spugna, sono fondamentalmente due: l’avere trasferito ai comuni l’incarico di vigilare sugli assembramenti, in alcune realtà, dove il problema covid è più sentito, ha portato gli stessi a concedere nulla osta vincolati a richieste specifiche (ad esempio quelle concesse al Sanremo dai comuni delle speciali) nel vietare la presenza di spettatori. Ma adesso questi nulla osta, in alcuni casi cominciano a traballare, soprattutto dove le gare riguardano un territorio ristretto. L’altro problema molto più pratico è quello dell’impiantistica sanitaria di sicurezza: ambulanze e medici rianimatori, che in alcune regioni già oggi sono difficili da mettere assieme e se la situazione peggiorasse è evidente che oltre a non trovare personale lo stop prefettizio sarebbe inevitabile. Un conto che oggi purtroppo cominciano a pagare le gare più deboli, con budget più contenuti, ma se la situazione peggiorasse ulteriormente questi due fattori rischierebbero di mandare tutti alle corde l’automobilismo, prima di altri sport.