In Italia, soprattutto nelle tre serie con il marchio tricolore gli elenchi iscritti sono dominati dalle R5 o Rally2 che monopolizzano da un terzo, ad un quarto dell’intero parterre delle gare. Un’anomalia che però non è solamente italiana ma si sta espandendo a macchia d’olio in tutta Europa.
In queste ultime stagioni ci siamo abituati a vedere gli elenchi iscritti delle gare dominati anche quantitativamente dalle vetture della classe regina, ovvero quelle R5, oggi Rally2, che rappresentano il top dalle serie internazionali continentali a quelle nazionali. In tutta franchezza è difficile definire se si tratti di un anomalia tossica, come qualcuno sostiene, oppure di un successo senza precedenti di un regolamento tecnico voluto dalla federazione per rendere più economica nei costi di base e gestionali una vettura da corsa vera: cambio, freni, bilanciamenti, ecc.. . In Italia rispetto ad altre nazioni Europee l’espansione a macchia d’olio delle R5 forse è stata più rapida perché il concetto delle vetture di proprietà è stato letteralmente fagocitato già a fine degli anni 90. La pandemia e la crisi indotta a questa legata, ha accelerato il processo della riduzione degli affitti, elemento che in questi ultimi due anni ha stravolto il mercato dei noleggi. Ed è sempre più frequente sentire parlare di noleggi sottocosto, vetture praticamente regalate. In realtà di babbi natale non ne abbiamo visti così tanti, le vetture top con le ultime Evo hanno tenuto la barra tendenzialmente altina, mentre tra le vetture tendenzialmente vecchiotte, ed ampiamente ammortizzate i prezzi si sono ridotti sensibilmente. Parlare di sottocosto è eccessivo, ma di sicuro i margini si sono assottigliati di molto, ed in questa corsa al ribasso è stata travolta quella ampia fascia di vetture che sta nel mezzo. Vetture non di primo pelo che però sono state aggiornate puntualmente, ma oggi per rimanere sul mercato si sono dovute adeguare verso il basso. Una corsa al ribasso che dalla pandemia è solamente stata accelerata, perché la causa principe è l’imponente numero di R5 vendute, che oggi hanno praticamente saturato il mercato. Quali saranno gli sviluppi a breve di questo fenomeno resta un punto interrogativo, di sicuro coinvolgerà l’intero ambiente delle corse, classi minori comprese. Oramai troppo spesso ci si trova davanti al quesito se correre qualche gara di zona con una vettura al top, oppure campionati di spicco ma con una compatta due ruote motrici. Di sicuro la qualità qualcosa ci ha già perso, ma sta tramontando anche il mito della vettura come investimento, per correrci a spot e lasciarla in gestione, in questi casi i margini di ammortamento si sono azzerati.