Per Neuville ed Ogier Marmaris probabilmente è l’ultima spiaggia per invertire il trend nella rincorsa al titolo piloti, che oggi si presenta con un Tanak, ed una Yaris, in formato XXL forte di 33 punti di vantaggio sul Belga ed una manciata di più sul Francese.
A mettere la parola fine al campionato può solo essere la matematica, ma questa volta se Hyundai e Citroen vorranno alimentare le speranze dei rispettivi capitani nella corsa al titolo piloti dovranno farlo sulle difficilissime speciali del Turchia. Una gara lenta ma durissima per meccanica e gomme, dove sapere variare il proprio passo assecondando i continui cambi di fondo è di vitale importanza per riuscire a portare la propria vettura sulla pedana finale. Inoltre nella prima tappa ci sono i trentotto chilometri della Cetibeli, una speciale dove chi parte per primo si ritrova sul groppone un bel fagottino di secondi addizionali. Un problema in più con il quale dovrà fare i conti il leader e padrone del campionato Ott Tanak, che su queste speciali lo scorso anno fece saltare il banco grazie anche ad una partenza claudicante che all’inizio della seconda frazione gli consigliò di stare alla finestra mentre gli avversari alzavano entrambi il ritmo, mandando però al tappeto le rispettive meccaniche. Se in una gara dalle alchimie così complesse Tanak può permettersi il lusso di una partenza ad handicap, cercando di capitalizzare una Yaris che anche sul lento ha dimostrato di avere qualcosina in più, i suoi rivali considerato che a Turchia concluso il campionato sarà a tre gare dal termine non possono permettersi passi falsi; ne tantomeno puntare a piazzamenti di rincalzo. Soprattutto Ogier che partirà per terzo sulla strada dovrà puntare a fare saltare il banco già il venerdì, la Citroen C3 su queste strade ha dimostrato un buon grado di competitività e tutto sommato anche di robustezza. L’anno passato su questo tipo di fondo più che la resistenza meccanica del mezzo la differenza l’hanno fatta i piloti, nella gestione delle relative meccaniche, visto che su molte pietraie bastava alzare il ritmo senza nemmeno andare in soglia per mettere sotto stress anche le meccaniche più robuste. Un esercizio in cui il Francese si è sempre dimostrato il migliore, ma se vuole mantenere intatte le sue chance di vittoria anche Neuville dovrà puntare in alto senza inciampare in scivoloni. La Hyundai su quel tipo di terreno ha dimostrato di avere poco o nulla da invidiare alla Toyota, l’anno passato è inciampata principalmente su errori dei piloti, ma con un Mikkelsen almeno in parte ritrovato e un iniezione di solidità grazie a Sordo dovrà preoccuparsi soprattutto della corsa al titolo marche.